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Vie e Multipitch : Val Veny - Aiguille de Chatelet - Via Carpe Diem
Inviato da tc il 29/6/2012 09:04:40 (3998 letture)

 Val Veny - Aig de Chatelet - Via Carpe Diem
di M. Franceschini, F. Recchia in vari tentativi dal basso.
Sviluppo: 870 m + 300 m di cresta comprensivi del pendio d'uscita, Difficoltà : TD- Materiali: mezze corde da 60 m, 12 rinvii, friends misure medie e dadi.
L'anno scorso scambiai due parole su del materiale tecnico col mio amico Fabrizio (Recchia) e mi aveva detto che avevano comprato un trapano nuovo col suo socio Mauro (Franceschini) e, fra una chiacchiera e un'altra sul più e sul meno Fabrizio mi fa: "volevamo testarlo per bene, abbiamo visto la magnifica parete sud dell'Aiguille de Chatelet e ci siamo tutti messi alla prova, compreso questo nostro nuovo trapano ...", e nasce così questa linea di 870m su roccia d'avventura, grandi F. e M.!!
(TL)
Segue relazione completa degli apritori>>


Val Veny - Aiguille de Chatelet - Via Carpe Diem

M. Franceschini, F. Recchia in vari tentativi dal basso

Sviluppo
: 870 m + 300 m di cresta comprensivi del pendio d'uscita

Difficoltà : TD-
Materiali: mezze corde da 60 m, 12 rinvii, friends misure medie e dadi
Tempo di percorrenza: 6/9 ore, si consiglia l'uscita in vetta ma comunque sono rimaste attrezzate per la calate le soste sino al settimo tiro. La doppia dalla S5 va fatta decisamente in obliquo a destra rimanendo sulla cengia erbosa
Discesa: circa 2 h lungo il sentiero attrezzato per il rifugio Monzino.
NOTE: via alpinistica, nonostante le difficoltà non elevate non è da sottovalutare per via del notevole sviluppo, la chiodatura non sempre ravvicinata ed il terreno in uscita sul quale prestare attenzione.
Attrezzata in prevalenza con fix inox Raumer da 10 mm, primi tre tiri fix 10 mm Fixe, ultimi tre tiri fix inox 10 mm Fixe.
 CARPE DIEM............. la storia
Può capitare di rimanere affascinati da un qualcosa di bello, che ti riempie gli occhi di una curiosità appagabile solamente nel caso in cui cerchi di conquistarla, anche se poi in cuor tuo non credi che possa essere una conquista realizzabile, non importa, quello che conta è provarci e provare piacere anche per ogni breve momento passato a cercare di realizzare il tuo sogno.

E' un po' quello che è successo a me e a Mauro Franceschini quando in una giornata passata alla ricerca del sole, della bellezza dei luoghi, della salita su vie di arrampicata piacevoli, scendiamo lungo il sentiero per il Rif. Monzino e vediamo la parete sud dell' Ag. De Chatelet ancora illuminata dal sole, che mette in evidenza delle bellissime placche e speroni di roccia.
Eravamo andati a fare una via moderna sulle prime strutture rocciose che si incontrano risalendo il sentiero attrezzato per il Rif. Monzino in Val Veny, ma solo al ritorno venimmo colpiti dalla sud della Chatelet.
Non è proprio una big wall, ma i suoi dolci profili, le macchioline di verde e le belle placche grigie di granito ci scatenano subito la voglia di tentare ad aprire una via nuova in quella parete.
Ed è così che timidamente nell'autunno scorso iniziamo a salire la parete, senza pretese, con il solo obbiettivo di goderci il posto magnifico e vedere cosa si riuscirà a fare, disposti anche a tornare indietro qualora ci accorgessimo che non era cosa.

Apertura sul 1 tiro, zoOM++

Tanto per giocare prima dell'inverno ci mettiamo in tasca 7 tiri di roccia splendida, difficoltà contenute e arriviamo circa a 100 m di un evidente pilastro che ci farà sognare tutta la stagione futura.
“Sarebbe bello arrivare in vetta..........” ma ancora troppe incognite non ci consentono di crederci, la continuità del pilastro con il resto della parete, una cengia erbosa ai 2/3 di essa, la qualità della roccia nella parte finale della via.
Arriva la primavera e per fortuna anche il bel tempo verso Giugno, così si ritorna a quella settima sosta che tanto ci ha fatto pensare.
Portammo avanti la via di altri 8 tiri arrivando sino oltre l'incognita della cengia erbosa visibile dal basso, dimostrandosi in effetti superabile con un tiro di 40 m senza troppi problemi e perfettamente integrato su una via con uno sviluppo tale.
Solo ora si consolida l'idea che riusciremo a finirla in vetta con altri 3-4 tiri di corda su roccia ancora bella.
Alla fine di Giugno ripartiamo questa volta convinti di forzare l'uscita in vetta, così sarà dopo circa 11 ore di arrampicata e chiodatura, un'altra oretta per uscire dalla cresta sommitale e raggiungere il Rif. Monzino dove ci accolgono con una ospitalità senza eguali e cosa ancora più inaspettata la voce sulla nostra via si era già sparsa nell'ambiente delle guide di Courmayeur.
Sono venuti fuori quindi 870 m di bella arrampicata su placche più o meno poggiate, di difficoltà non estrema, con una tratto di cresta sino in vetta alla Chatelet e discesa per la sua via normale.
Viste le difficoltà contenute è comunque una via da non sottovalutare sia per la lunghezza sia perché rivolta ad arrampicatori con una certa mentalità alpinistica più che da vie “multipich”, malgrado la presenza degli spit su tutto l'itinerario possa “banalizzare la salita”.
In conclusione è stata una bella esperienza ricca di emozioni e di motivazioni se non altro perché partire da La Spezia e rientrare in giornata a casa dopo aver chiodato qualche tiro è sintomatico di una gran voglia e del piacere provato a fare una via del genere in un luogo magnifico.

VI tiro, zoOM++

Proprio per questo aspetto della “toccata e fuga”, cercando di sfruttare al meglio il tempo libero dal lavoro, le condizioni meteo ecc ecc quale miglior nome alla via poteva essere dato se non CARPE DIEM?
A voi ora il piacere della ripetizione ed a noi l'onere di subire critiche o apprezzamenti, ma tutto questo fa parte del bellissimo gioco che è l'arrampicata esplorativa.
Fabrizio Recchia
 
X tiro, zoOM++


Attacco della via (parte bassa), zoOM++


Parte Alta della via, zoOM++


Disegno della via, zoOM++

 AVVICINAMENTO
Dal parcheggio di Promotton in Val Veny reperire il sentiero per il rif. Monzino lungo la strada
sterrata chiusa al traffico ed in direzione del campeggio “La Sorgente”.
Circa 200 m prima dell'inizio della ferrata deviare a sinistra in direzione della parete Sud.
Dopo aver attraversato una pietraia detritica risalire per facile rampa obliqua a sinistra la placca
basale della parete giunti al termine piegare a destra raggiungendo l'attacco.
1 spit di sosta.
1° TIRO
Seguire l'abbondante chiodatura lungo un difficile diedro obliquo a sinistra con roccia molto
sgretolosa. Dopo l'ultimo spit nel diedro uscire a destra con passaggino atletico e deviare a sinistra sino alla sosta
30 m 6b+/A0 6a obb.
2° TIRO
Raggiungere la sovrastante placca salendo circa 10 m di ripido prato e proseguire sino alla sua fine dove prima della sosta si affronta un passaggino atletico sulla sinistra delle rocce.
35 m 5a
3° TIRO
Tiro di trasferimento all'inizio su roccia e poi misto roccia terra sino ad un evidente spigolo.
Sosta alla base dello spigolo.
40 m III
4° TIRO
Arrampicata delicata sul filo di spigolo sconfinando a volte un po' a destra e a sinistra dello stesso.
Sosta al suo culmine.
45 m 5c
5° TIRO
Netto traverso a sinistra quasi orizzontale che consente di rimanere sulla roccia evitando la lunga
cengia erbosa sovrastante, sino a reperire una lingua di roccia, di 10 m, che risalita conduce al
centro di una bellissima placca.
50 m 6a
6° TIRO
Risalire sulla verticale della sosta sino alla fine della placca iniziale per poi obliquare a sinistra
prima per terreno semplice poi con un passaggino delicato ribaltarsi su una placca più alta e
proseguire sempre a sinistra verso la sosta.
55 m 5b
7° TIRO
Affrontare con leggero obliquo a sinistra la sconfinata placca cercando le zone più facili e sempre
obliquando verso sinistra sino a reperire la sosta.
60 m 5a con 3 spit (buon orientamento)
8° TIRO
Dalla sosta spostarsi leggermente verso sinistra ed iniziare a salire lungo curiose concrezioni di
granito.
Alzarsi 5 m sopra il secondo spit e quando la parete diventa più poggiata deviare a sinistra
attraversando un canalino che può scolare acqua, e risalire sulla parete verticale a sinistra sino fuori dalle difficoltà.
55 m 5c
9° TIRO
Spostarsi a destra nel canalino attraversato precedentemente e rimontarlo sul lato sinistro con
delicati passi di aderenza in un paio di punti.
Giunti sotto un tetto che lo sbarra spostarsi decisamente a sinistra e superare un tratto verticale su roccia non buona sino sotto una pianta dove si sosta.
45 m 5b
10° TIRO
Partire bassi sotto la sosta e spostarsi per 5 m a sinistra sino al primo spit.
Da li con difficile passo di aderenza salire verso un tratto di roccia più articolata e ben appigliata
anche se ricoperta da fastidiosi licheni rinsecchiti.
Questo, per orientarsi dal basso, è il primo dei due tiri che risalgono l'evidentissimo pilastro grigio
posto a metà parete, sulla destra di una grande erosione.
60 m 5c
11° TIRO
Partire dritti sulla sosta ed affrontare lo strapiombino sulla destra.
Dopo il ribaltamento proseguire in placca verso un evidente scudo rosso verticale che si supera con un passaggio atletico e su piccoli appigli.
Proseguire poi verso la cuspide del pilastro intercettando una sconosciuta via che proviene da
sinistra di cui si sfrutta l'ultimo spit per la progressione.
La sosta si troverà sulla cuspide del pilastro dopo aver superato un altro passaggio atletico.
60 m 6a
12° TIRO
Puntare l'evidente placca verde davanti a noi risalendo prima facili roccette e poi diedri più
impegnativi sino a traversare decisamente a sinistra sotto un torrione rosso e raggiungere la sosta in piena placca a sinistra di un canalino.
60 m 5a
13° TIRO
Risalire la placca sulla verticale della sosta per poi spostarsi sulla destra verso roccia migliore ed
entrare in un divertente diedro di roccia sanissima di circa 5 metri.
All'uscita del diedro continuare per roccette sino alla sosta.
30 m 5c
14° TIRO
Dalla sosta salire circa 5 m di erba e terra in direzione di una bella placca alta circa 20 m.
Risalirla ed al termine con qualche passaggio su roccette raggiungere la sosta.
30 m 5a
15° TIRO
Tiro di trasferimento con breve placchetta finale per raggiungere la sosta alla base dell'ultimo tratto di roccia prima della vetta.
La sosta si trova in direzione di un piccolo tettino triangolare alto sulla parete ed a sinistra di un
evidente canalone.
45 m II/III 2spit
16° TIRO
Partire a destra di un evidente diedro salendo il suo lato destro su splendide placche.
Dopo circa 35 m, quando il diedro finisce, puntare al suo vertice e andare a sostare sulla sinistra
dopo un breve tratto erboso.
60 m 5c
17° TIRO
Partire dritti sopra la sosta per placche inframmezzate da tratti erbosi sino alla sosta
55 m 5a
18° TIRO
Partire dritti su placca in direzione di un canale erboso.
10 m dopo il primo spit traversare a destra facendo attenzione alla roccia e proseguire sul lato destro del contrafforte roccioso, visibile dalla partenza del tiro, mantenendosi tra roccia e erba.
Per facili placche obliquare salendo leggermente a destra sino alla sosta.
55 m 4c
Qui terminano le difficoltà in arrampicata e bisogna andare in direzione di uno spit visibile a destra della sosta per poi proseguire in una rampa erbosa dove si incontrerà un altro spit di protezione con cordone e proseguendo sulla sua verticale si incontra uno spit di sosta con cordino in kevlar bianco/blu. 55 m. Da qui facilmente in cresta che si segue per tutta la sua lunghezza.
Dove la cresta inizia a scendere si trova uno spit con maillon da cui si effettua una calata di 30 m
che porta fuori dalle difficoltà. 300 m circa compreso il pendio d'uscita attrezzato.


Prossimità della vetta, zoOM++


Fabrizio e Mauro, zoOM++
 
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