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Vie e Multipitch : Pizzo d'Uccello, Parete Nord, Via Bé mi' tempi
Inviato da tc il 1/9/2010 08:30:19 (4925 letture)

 Pizzo d'Uccello, Parete Nord, Via Bé mi' tempi
Prima salita: Alessandro Bertagna e Stefano Funk nell’agosto 1994 - Difficoltà max: 6 a/b   Sviluppo: 600 m circa

di Roberto Vigiani
"A volte ci sono vie che si dice “prima o poi la vado a fare” poi senti i commenti dei ripetitori…alcuni dicono “bella “, altri dicono “non è il massimo”, altri ancora ricordano tiri di erba e sassi che cadono!!!! Insomma la cosa migliore in questi casi è andare a vedere di persona. L’occasione è stata rimandata per anni per vari motivi ma quest’anno, a inizio stagione mentre ripetevo “Caccia alle Streghe>>” dell’amico Barsuglia sul contrafforte a sx della ferrata, ho avuto diverso tempo per contemplare e fotografare la nord che mi stava proprio di fronte. Da questa posizione privilegiata la via si innalza in tutta la sua logicità!"


 Bé mi Tempi
A volte ci sono vie che si dice “prima o poi la vado a fare” poi senti i commenti dei ripetitori…alcuni dicono “bella“, altri dicono “non è il massimo”, altri ancora ricordano tiri di erba e sassi che cadono!!!! Insomma la cosa migliore in questi casi è andare a vedere di persona. L’occasione è stata rimandata per anni per vari motivi ma quest’anno, a inizio stagione mentre ripetevo “Caccia alle Streghe>>” dell’amico Barsuglia sul contrafforte a sx della ferrata, ho avuto diverso tempo per contemplare e fotografare la nord che mi stava proprio di fronte.
Da questa posizione privilegiata la via si innalza in tutta la sua logicità!
 “Bè mi tempi” sale sul pilastro a dx della Via della Gola e segue il logico sistema di fessure e camini che inspiegabilmente è sfuggito agli esploratori degli anni 70 quali Piotti, De bertoldi, Verin e compagni. Anche la banda dei Carrarini capitanata dal compianto Ratti negli anni 80 non ha saputo vedere questo logico  itinerario e tantomeno io  nell’85 ho salito il più difficile “muro delle Ombre “ appena a dx senza notare che avrei avuto senz’altro meno problemi a salire  dove oggi c’è “Be mi tempi”.
Ci sono voluti  circa dieci anni ancora perché l’occhio esperto dell’Apuanista per eccellenza Stefano Funk assieme ad Alessandro Bertagna notasse questa linea.
In tre giorni hanno tracciato a mio parere una delle vie più interessanti della Nord lasciando tutte le soste attrezzate e sui tiri   pochi chiodi e un solo spit di passaggio, lasciando largo spazio all’uso di protezioni veloci. L’unico neo, se vogliamo contestarlo agli apritori, era l’accesso alla roccia vera e propria che richiedeva due tiri di paleo orizzontale o verticale a seconda se si accedeva alla prima sosta dalla cengia di destra o direttamente. A questo problema, che a dir di molti rovinava la salita, ho rimediato io aprendo due tiri di roccia neppure tanto male lungo una logica fessura diedro che parte proprio dalla base della parete e raggiunge in maniera molto più piacevole la attuale sosta 2.
Qui di seguito vi allegherò una foto con il tracciato che ho seguito io e che mi auguro servirà a rendere più frequentata questa bella via.  Per completare metto anche una relazione tiro per tiro riprendendola da quella scritta da Stefano Funck e aggiungendo alcuni dettagli più precisi.
La roccia su tutta la via si può considerare  buona tranne che in brevi tratti dove bisogna fare attenzione . L’aggettivo “buona“ è dato in rapporto alle altre vie del Pizzo quindi non aspettatevi il calcare della Marmolada ma un marmo discretamente solido il quale, essendo marmo, richiede sempre una certa conoscenza dell’elemento! Io ho portato sia martello che chiodi ma non li ho usati,mentre una serie completa di friends fino al blu Camalot e una di nuts sono indispensabili per proteggersi decentemente. Sono utili se li avete anche microfriends per fessure piccoline abbastanza frequenti sul marmo. Sulle cenge  e i terrazzini è presente sempre parecchio detrito portato dalla neve invernale, quindi nel caso ci siano altre cordate è bene cambiare meta oppure  prestare parecchia attenzione  perché la corda stessa può provocare la caduta di pietre.
Bè mi tempi a mio giudizio merita di diventare una classica della Nord e si può considerare nel complesso più difficile della Biagi e più facile del Diedro Nord fatto in libera. La  via esce sulla rampa della Via della Gola e per questa con due tiri insidiosi ma facili  raggiunge la cresta di Nattapiana per la quale con arrampicata alquanto insidiosa alla vetta del Pizzo.

Buona arrampicata
Roberto Vigiani x tOSCOCLIMB.it
 Bè Mi Tempi
Prima salita: Alessandro Bertagna e Stefano Funk nell’agosto 1994
Difficoltà max: 6 a/b
Sviluppo: 600 m circa

Relazione:
1.    Attaccare l’evidente diedro fessura all’inizio erboso, a dx di una placconata sormontata da un tetto, sulla direttiva del pilastro (vedi foto) . Con arrampicata non banale ma ben proteggibile raggiungere una selletta  scavalcarla e subito dopo  sostare all’inizio di un canalino, da attrezzare(Friend e nuts) 50m.
2.    salire sopra la sosta il canalino,  che diventa rampa verso sinistra,  e con un’ultima placchetta verso dx giungere alla sosta 2 che è quella originale dei primi salitori. 30m (qui potete arrivare anche traversando su paleo ripido dalla cengia evidente di destra oppure direttamente dal basso per paleo altrettanto ripido).
3.    Salire sopra la sosta andare un po’ a sx e salire una bella fessura fino al suo termine. Traversare leggermente a dx in placca e rientrare a sx alla sosta.40m
4.    salire direttamente sopra la sosta traversare a dx verso un chiodo con cordino superare una placca e tornare a sx per salire il diedro strapiombante con dei chiodi. Superarlo uscire a sx e superare un altro strapiombino, per terreno più facile alla sosta.50m
5.    salire una placca verso dx superare uno strapiombino e immettersi nell’evidente camino. Seguirlo superando un blocco incastrato sull’esterno (l’originale dice di passare all’interno del blocco ma io lo sconsiglio…provare per credere!). ancora per il camino di destra alla sosta con due spit. 50m
6.    Continuare per il camino fino che non scampana uscire a dx e superare la strozzatura sullo spigolo, rientrare dopo nel canale camino fino alla sosta successiva . 50m
7.    Seguire l’evidente diedro camino fino andare a sostare alla base di un’evidente diedro aperto dopo aver vinto una bella fessura.50m
8.    salire lo spigolo di destra del diedro per bella roccia ritornare a sx e per una serie di muretti difficili raggiungere la sosta.50m
9.    andare in diagonale ascendente  verso destra seguendo una rampa erbosa e facile fino andare a sostare alla base del diedro lama evidente che caratterizza il secondo risalto.50m
10.    Salire il diedro sopra la sosta  e poi per terreno più facile ma di roccia rotta fino alla sosta in comune con la “Via della Gola”. 50m (chiodi a pressione e spit)
11.    Direttamente sopra la sosta per bel diedro strapiombante e atletico con alcuni chiodi, facilmente integrabile con friends.50m
12
.    salire in diagonale verso sx delle placche con alcuni chiodi ,girare una costola e prendere un diedro appoggiato verso dx che porta in sosta.50m
13.    salire verso sin fin sotto uno strapiombino , sopra sulla destra c’è l’unico spit di passaggio di tutta la via, raggiungerlo e salire direttamente salendo dopo un diedro con blocchi che porta alla sosta successiva.25m
14.    direttamente sopra la sosta  per bella paretina  poi uscire verso sinistra per roccia più facile e per risalti andare a sostare pochi metri prima di raggiungere la rampa 30m (spit).
15.    Salire sulla rampa e per terreno ghiaioso e infido seguirla verso dx fino ad incontrare uno spit dove sostare. 50m
16.    continuare seguendo la rampa ripida e infida  vincere un’ultima strozzatura verso dx(chiodi)  e raggiungere la cresta.50 m
 
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