Val Veny - Aiguille de Chatelet - Via Carpe Diem
Argomento: Vie e Multipitch Data: 29/6/2012
 | Val Veny - Aig de Chatelet - Via Carpe Diem di M. Franceschini, F. Recchia in vari tentativi dal basso. Sviluppo: 870 m + 300 m di cresta comprensivi del pendio d'uscita, Difficoltà : TD- Materiali: mezze corde da 60 m, 12 rinvii, friends misure medie e dadi. L'anno scorso scambiai due parole su del materiale tecnico col mio amico Fabrizio (Recchia) e mi aveva detto che avevano comprato un trapano nuovo col suo socio Mauro (Franceschini) e, fra una chiacchiera e un'altra sul più e sul meno Fabrizio mi fa: "volevamo testarlo per bene, abbiamo visto la magnifica parete sud dell'Aiguille de Chatelet e ci siamo tutti messi alla prova, compreso questo nostro nuovo trapano ...", e nasce così questa linea di 870m su roccia d'avventura, grandi F. e M.!! (TL) Segue relazione completa degli apritori>>
|
Val Veny - Aiguille de Chatelet - Via Carpe Diem
M. Franceschini, F. Recchia in vari tentativi dal basso
Sviluppo: 870 m + 300 m di cresta comprensivi del pendio d'uscita Difficoltà : TD- Materiali: mezze corde da 60 m, 12 rinvii, friends misure medie e dadi Tempo di percorrenza: 6/9 ore, si consiglia l'uscita in vetta ma comunque sono rimaste attrezzate per la calate le soste sino al settimo tiro. La doppia dalla S5 va fatta decisamente in obliquo a destra rimanendo sulla cengia erbosa Discesa: circa 2 h lungo il sentiero attrezzato per il rifugio Monzino. NOTE: via alpinistica, nonostante le difficoltà non elevate non è da sottovalutare per via del notevole sviluppo, la chiodatura non sempre ravvicinata ed il terreno in uscita sul quale prestare attenzione. Attrezzata in prevalenza con fix inox Raumer da 10 mm, primi tre tiri fix 10 mm Fixe, ultimi tre tiri fix inox 10 mm Fixe.
| CARPE DIEM............. la storia Può capitare di rimanere affascinati da un qualcosa di bello, che ti riempie gli occhi di una curiosità appagabile solamente nel caso in cui cerchi di conquistarla, anche se poi in cuor tuo non credi che possa essere una conquista realizzabile, non importa, quello che conta è provarci e provare piacere anche per ogni breve momento passato a cercare di realizzare il tuo sogno.
E' un po' quello che è successo a me e a Mauro Franceschini quando in una giornata passata alla ricerca del sole, della bellezza dei luoghi, della salita su vie di arrampicata piacevoli, scendiamo lungo il sentiero per il Rif. Monzino e vediamo la parete sud dell' Ag. De Chatelet ancora illuminata dal sole, che mette in evidenza delle bellissime placche e speroni di roccia. Eravamo andati a fare una via moderna sulle prime strutture rocciose che si incontrano risalendo il sentiero attrezzato per il Rif. Monzino in Val Veny, ma solo al ritorno venimmo colpiti dalla sud della Chatelet. Non è proprio una big wall, ma i suoi dolci profili, le macchioline di verde e le belle placche grigie di granito ci scatenano subito la voglia di tentare ad aprire una via nuova in quella parete. Ed è così che timidamente nell'autunno scorso iniziamo a salire la parete, senza pretese, con il solo obbiettivo di goderci il posto magnifico e vedere cosa si riuscirà a fare, disposti anche a tornare indietro qualora ci accorgessimo che non era cosa.
 Tanto per giocare prima dell'inverno ci mettiamo in tasca 7 tiri di roccia splendida, difficoltà contenute e arriviamo circa a 100 m di un evidente pilastro che ci farà sognare tutta la stagione futura. “Sarebbe bello arrivare in vetta..........” ma ancora troppe incognite non ci consentono di crederci, la continuità del pilastro con il resto della parete, una cengia erbosa ai 2/3 di essa, la qualità della roccia nella parte finale della via. Arriva la primavera e per fortuna anche il bel tempo verso Giugno, così si ritorna a quella settima sosta che tanto ci ha fatto pensare. Portammo avanti la via di altri 8 tiri arrivando sino oltre l'incognita della cengia erbosa visibile dal basso, dimostrandosi in effetti superabile con un tiro di 40 m senza troppi problemi e perfettamente integrato su una via con uno sviluppo tale. Solo ora si consolida l'idea che riusciremo a finirla in vetta con altri 3-4 tiri di corda su roccia ancora bella. Alla fine di Giugno ripartiamo questa volta convinti di forzare l'uscita in vetta, così sarà dopo circa 11 ore di arrampicata e chiodatura, un'altra oretta per uscire dalla cresta sommitale e raggiungere il Rif. Monzino dove ci accolgono con una ospitalità senza eguali e cosa ancora più inaspettata la voce sulla nostra via si era già sparsa nell'ambiente delle guide di Courmayeur. Sono venuti fuori quindi 870 m di bella arrampicata su placche più o meno poggiate, di difficoltà non estrema, con una tratto di cresta sino in vetta alla Chatelet e discesa per la sua via normale. Viste le difficoltà contenute è comunque una via da non sottovalutare sia per la lunghezza sia perché rivolta ad arrampicatori con una certa mentalità alpinistica più che da vie “multipich”, malgrado la presenza degli spit su tutto l'itinerario possa “banalizzare la salita”. In conclusione è stata una bella esperienza ricca di emozioni e di motivazioni se non altro perché partire da La Spezia e rientrare in giornata a casa dopo aver chiodato qualche tiro è sintomatico di una gran voglia e del piacere provato a fare una via del genere in un luogo magnifico.
 Proprio per questo aspetto della “toccata e fuga”, cercando di sfruttare al meglio il tempo libero dal lavoro, le condizioni meteo ecc ecc quale miglior nome alla via poteva essere dato se non CARPE DIEM? A voi ora il piacere della ripetizione ed a noi l'onere di subire critiche o apprezzamenti, ma tutto questo fa parte del bellissimo gioco che è l'arrampicata esplorativa. Fabrizio Recchia |  X tiro, zoOM++
Attacco della via (parte bassa), zoOM++ Parte Alta della via, zoOM++ | AVVICINAMENTO Dal parcheggio di Promotton in Val Veny reperire il sentiero per il rif. Monzino lungo la strada sterrata chiusa al traffico ed in direzione del campeggio “La Sorgente”. Circa 200 m prima dell'inizio della ferrata deviare a sinistra in direzione della parete Sud. Dopo aver attraversato una pietraia detritica risalire per facile rampa obliqua a sinistra la placca basale della parete giunti al termine piegare a destra raggiungendo l'attacco. 1 spit di sosta. 1° TIRO Seguire l'abbondante chiodatura lungo un difficile diedro obliquo a sinistra con roccia molto sgretolosa. Dopo l'ultimo spit nel diedro uscire a destra con passaggino atletico e deviare a sinistra sino alla sosta 30 m 6b+/A0 6a obb. 2° TIRO Raggiungere la sovrastante placca salendo circa 10 m di ripido prato e proseguire sino alla sua fine dove prima della sosta si affronta un passaggino atletico sulla sinistra delle rocce. 35 m 5a 3° TIRO Tiro di trasferimento all'inizio su roccia e poi misto roccia terra sino ad un evidente spigolo. Sosta alla base dello spigolo. 40 m III 4° TIRO Arrampicata delicata sul filo di spigolo sconfinando a volte un po' a destra e a sinistra dello stesso. Sosta al suo culmine. 45 m 5c 5° TIRO Netto traverso a sinistra quasi orizzontale che consente di rimanere sulla roccia evitando la lunga cengia erbosa sovrastante, sino a reperire una lingua di roccia, di 10 m, che risalita conduce al centro di una bellissima placca. 50 m 6a 6° TIRO Risalire sulla verticale della sosta sino alla fine della placca iniziale per poi obliquare a sinistra prima per terreno semplice poi con un passaggino delicato ribaltarsi su una placca più alta e proseguire sempre a sinistra verso la sosta. 55 m 5b 7° TIRO Affrontare con leggero obliquo a sinistra la sconfinata placca cercando le zone più facili e sempre obliquando verso sinistra sino a reperire la sosta. 60 m 5a con 3 spit (buon orientamento) 8° TIRO Dalla sosta spostarsi leggermente verso sinistra ed iniziare a salire lungo curiose concrezioni di granito. Alzarsi 5 m sopra il secondo spit e quando la parete diventa più poggiata deviare a sinistra attraversando un canalino che può scolare acqua, e risalire sulla parete verticale a sinistra sino fuori dalle difficoltà. 55 m 5c 9° TIRO Spostarsi a destra nel canalino attraversato precedentemente e rimontarlo sul lato sinistro con delicati passi di aderenza in un paio di punti. Giunti sotto un tetto che lo sbarra spostarsi decisamente a sinistra e superare un tratto verticale su roccia non buona sino sotto una pianta dove si sosta. 45 m 5b 10° TIRO Partire bassi sotto la sosta e spostarsi per 5 m a sinistra sino al primo spit. Da li con difficile passo di aderenza salire verso un tratto di roccia più articolata e ben appigliata anche se ricoperta da fastidiosi licheni rinsecchiti. Questo, per orientarsi dal basso, è il primo dei due tiri che risalgono l'evidentissimo pilastro grigio posto a metà parete, sulla destra di una grande erosione. 60 m 5c 11° TIRO Partire dritti sulla sosta ed affrontare lo strapiombino sulla destra. Dopo il ribaltamento proseguire in placca verso un evidente scudo rosso verticale che si supera con un passaggio atletico e su piccoli appigli. Proseguire poi verso la cuspide del pilastro intercettando una sconosciuta via che proviene da sinistra di cui si sfrutta l'ultimo spit per la progressione. La sosta si troverà sulla cuspide del pilastro dopo aver superato un altro passaggio atletico. 60 m 6a 12° TIRO Puntare l'evidente placca verde davanti a noi risalendo prima facili roccette e poi diedri più impegnativi sino a traversare decisamente a sinistra sotto un torrione rosso e raggiungere la sosta in piena placca a sinistra di un canalino. 60 m 5a 13° TIRO Risalire la placca sulla verticale della sosta per poi spostarsi sulla destra verso roccia migliore ed entrare in un divertente diedro di roccia sanissima di circa 5 metri. All'uscita del diedro continuare per roccette sino alla sosta. 30 m 5c 14° TIRO Dalla sosta salire circa 5 m di erba e terra in direzione di una bella placca alta circa 20 m. Risalirla ed al termine con qualche passaggio su roccette raggiungere la sosta. 30 m 5a 15° TIRO Tiro di trasferimento con breve placchetta finale per raggiungere la sosta alla base dell'ultimo tratto di roccia prima della vetta. La sosta si trova in direzione di un piccolo tettino triangolare alto sulla parete ed a sinistra di un evidente canalone. 45 m II/III 2spit 16° TIRO Partire a destra di un evidente diedro salendo il suo lato destro su splendide placche. Dopo circa 35 m, quando il diedro finisce, puntare al suo vertice e andare a sostare sulla sinistra dopo un breve tratto erboso. 60 m 5c 17° TIRO Partire dritti sopra la sosta per placche inframmezzate da tratti erbosi sino alla sosta 55 m 5a 18° TIRO Partire dritti su placca in direzione di un canale erboso. 10 m dopo il primo spit traversare a destra facendo attenzione alla roccia e proseguire sul lato destro del contrafforte roccioso, visibile dalla partenza del tiro, mantenendosi tra roccia e erba. Per facili placche obliquare salendo leggermente a destra sino alla sosta. 55 m 4c Qui terminano le difficoltà in arrampicata e bisogna andare in direzione di uno spit visibile a destra della sosta per poi proseguire in una rampa erbosa dove si incontrerà un altro spit di protezione con cordone e proseguendo sulla sua verticale si incontra uno spit di sosta con cordino in kevlar bianco/blu. 55 m. Da qui facilmente in cresta che si segue per tutta la sua lunghezza. Dove la cresta inizia a scendere si trova uno spit con maillon da cui si effettua una calata di 30 m che porta fuori dalle difficoltà. 300 m circa compreso il pendio d'uscita attrezzato.
| -------------- tOSCOCLIMB e gli Apritori - tutti i diritti riservati - t© toscoclimb promuove il rispetto di tutto l'ambiente, non solo della roccia |
Questo articolo è contenuto sul sito: Toscoclimb - Climbing - Arrampicare - free climbing in Italy and tuscany110
http://www.toscoclimb.it/public/v2
L'indirizzo Web per questo articolo è:
http://www.toscoclimb.it/public/v2/article.php?storyid=160
|
|