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Scritto da voi : O allora! Carpe Diem, ovvero Bouldering a Lagoni
Inviato da tc il 12/5/2008 06:58:16 (3882 letture)

 
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[Parentesi toscana in toscano docg] Prefazione: "O allora!! che ci posso fare? quando mi scrive il mio amico Lorenzo Frusteri da Siena non posso non astenermi dal pubblicarlo. Con ilLore ci intendiamo magicamente, questione di pelle, non ci puoi fare niente, la pelle ha la sua polarità, lo sà anche mio figlio di 8 anni. Lore è un boulderista vero, nell'animo. Crede nel boulder come io nella corda che mi tiene quando volo, e credetemi che ci credo nella corda! altro che preghiere! Bene. Qui sotto c'è un racconto, vero però, sottile, fine, che cela delle verità della vita; i più sensibili se ne accorgeranno, gli amanti del grado o del mezzo grado devono leggerlo per cambiare qualcosa nel modo di pensare. C'ho infilato anche qualche foto e un video secret sulla vita del boulderista solitario. Dopo aver visto il video capirete perché la mia pelle reagisce così con Illore. Il racconto invece si intitola CARPE DIEM ed è dedicato a tutti quelli che credono in ciò che fanno", Toni Lonobile



 CARPE DIEM, di Lorenzo Frusteri

I boulderisti sono gente strana: escono quando tutti gli altri stanno al chiuso, quando fuori c’è la neve in terra e soffia la tramontana, o alla sera tardi quando il sole è tramontato e bisogna mettersi le maniche lunghe. Abituato al freddo amico dello svaso, il boulderista medio mal tollera i primi caldi, che sovente lo sconvolgono, buttandolo in crisi e facendogli venire voglia di migrare al polo.

A me il caldo dà al capo, come si dice. Mi provoca allucinazioni, praticamente. Ieri mattina infatti, mi sono svegliato in una specie di trance postalcolica, e nella mia testa echeggiava un mantra infinito “cogli l’attimo, cogli l’attimo”. Invece di consultare immediatamente uno psichiatra, ho impacchettato la roba e sono salito in macchina: ho colto l’attimo.
Poi ho colto ancora un attimo. Poi un altro, poi un altro ancora e mille, diecimila, centomila attimi, alla guida, una lunga interminabile traversata autostradale fino ai Lagoni, quasi mille metri di quota nell’appennino parmense, distanza in chilometri da Firenze un numero a tre cifre che inizia col 2 e poi abbonda ancora.

Appena arrivato, le allucinazioni proseguivano, ed erano immagini di me che levitavo senza sforzo in cima ai problemi, e soprattutto che coglievo l’attimo. Di attimi ne ho colti tanti in vita mia, ed una volta un paio di anni fa ho anche colto l’attimo flash, 7a+; il piatto forte di questa trasferta delirante era invece di coglierlo partenza seduti: “Cogli l’attimo” sit, 7c di Michele Caminati ai Lagoni.

 
   Il bosco è tutto tinto di verde, la luce filtra e tira vento. Le quasi tre ore di guida sono sparite in un attimo. Cerco il  blocco e vado a presentarmi, ciao eccomi qui oggi ti salgo da seduto. Poi vado a scaldarmi al settore Inghilterra, che mi piace tantissimo ed è vicino. Faccio qualche traverso, mi nastro le dita, poi do l’assalto ai muri verticali, bellissimi problemi, tacche e movimenti lunghi, chiusure e mi sento bene. Faccio “Inghilterra” con un bloccaggio ad altezza lacci delle scarpette, poi “Inghilterra sinistra”, bellissimo, incrocio su bidito rovescio, piedi spalmati, spallata, oddio cado contro l’albero, no, arrivo la presetta, scopro che è discreta, bella roba. Sarò caldo, non sarò caldo, sarò caldo, non sarò caldo, sarò caldo, non sarò caldo, sarò caldo, non sarò caldo, ...


 

 C’è un problema che si chiama “Goldfinger”, era 7c+, ora si è rotta la tacca chiave, ma per me si passa ugualmente: scarpette, magnesite, parto. Non si passa più.
Una giornata fantastica, finora, ma il genio del male mi ha fatto dimenticare la busta della magnesite. Il sacchetto è piccolo, e non ce n’è più tanta. Speriamo bene…
Mentre mi lamento incontro un vecchio amico che vidi qui anni fa, “Tony il ciccione” 7b+. Due botte su svasi mica mi possono fare male, butto i pad sotto e mi dico che lo posso fare flash. Ovviamente cado e mi ci vogliono almeno dieci tentativi solo per decidere la sequenza; qui il gres è un po’ aggressivo, la presa chiave di destra ha un piccolo cristallo, lì sopra ci va messo l’indice, e sopra l’indice una trentina di chili di peso. Brucia, cado ancora e si accenna un piccolo buchetto, mi nastro e riparto. Cado ancora, guardo, il nastro è tagliato proprio sul polpastrello, lasciamo perdere. Che incazzatura.

Ore 17 e 30, colgo l’attimo.
Il masso è un blocco piatto appoggiato su altri blocchi, fa un tetto e non ci sono piedi perché sotto la roccia è tenerissima e si sbriciola a guardarla. C’è un tacca rivolta all’ingiù, un rovescio, il bordo. Studio. Studio. Studio ancora, poi parto. Colgo l’attimo? No, colgo il pad di schianto. Provo mille modi, mille sequenze per partire, niente da fare. Sono stanco? Fisicamente di sicuro, mentalmente no, e vado avanti come un cane sguinzagliato, non voglio andare via senza questo problema, ma sinceramente non capisco, quello che sto provando non è 7c, di questo sono sicuro. Mi lambicco, penso che forse una persona più alta di me può partire una presa più in alto, ed allora magari il grado ci sarebbe, sì ma io non arrivo, ed allora? Allora lo provo a modo mio, e ci vuole l’8 secondo me.
Alla fine, quando penso di avere finalmente la sequenza, il massimale è quello di un bambino dell’asilo, peccato. Faccio la partenza accovacciato, senza il cul0 per terra, ed è una staffilata, rovescio sinistra, piede su puntina che prestissimo si romperà, stacco, molleggio, 120 chilometri all’ora di mano destra sul bordo, bicipite destro sempre attaccato, ma impaurito. Tallono respiro guardo il pad sotto vado non vado vado non vado vado vado piedi via, mano sul bordo oddio non ho guardato il ribaltamento, meno male un’anima gentile ha colto l’attimo prima di me qualche giorno fa ed ha segnato la tacca per uscire, grazie amico mio. Bella legnata, due movimenti, secondo me sul 7b o 7b+, chissà come sarà farli dopo la partenza seduta… Lo scoprirò prima o poi.
E’ tardi, sono stanco, la luce filtra dalle fronde sempre più scura, ed io mi devo mettere la maglietta ed anche la felpa, si fa freddo. Mi fermo alla macchina, guardo in basso, “Tony il ciccione” è sempre lì, basso e ciccione. Chissà, mi dico, magari col freddo…

 
 Pad per terra, questa volta alla prima Lore, ormai non hai più magnesite, cado. E’ un po’ umido adesso, cambio scarpette, bisogna spalmare, decido che forse è meglio usare la poca magnesite che ho sulle prese, invece che sulle mani, ecco, scelta giusta, ci sono la pinza di sinistra mi dice bene, alzo il destro e carico, salgo salgo ancora e lo svaso finale è davanti ai miei occhi, poi in un attimo lo vedo da lontano, da sotto, dal pad. Sangue. Cosa è successo? Il cristallo non ha retto: magari 30 chili li teneva, ma forse ce ne ho messi 31 e lui se n’è andato, peccato, ma io sono allucinato, penso al caldo che mi aspetta a valle, non voglio andare via, bevo ancora, cerco una nuova sequenza, lo svaso adesso senza quella puntina non lo tengo più, allora dico che la pinza non è più una pinza ma un verticale che tengo a braccio steso, metto il corpo sotto e sparo. Qualche giro, niente, non posso non voglio non devo andare via. Allucinato, un drogato in crisi, un ubriaco cacciato dal bar, così mi sento. Ultimo giro, delirante, cado sulla presa mentre il mio piede sinistro sbatte contro il pad, ma me ne frego, sbatto al bordo, ti saluto Tony sono felice, la crisi è passata, è davvero tardi, ora devo proprio andare, a casa qualcuno mi aspetta.
Lorenzo "illore" Frusteri

Il video secret dedicato da Lorenzo e da tOSCOCLIMB
a tutti coloro che credono in ciò che fanno

P.S. 1: Lorenzo è aiutato a "Cogliere gli attimi" da Projectzero.it a Firenze
P.S. 2: "ho scritto a michele caminati per chiedergli info su quel famoso blocco, e la sua sequenza è praticamente identica a quella che alla fine avevo in mente io, peccato che non sia 7c nemmeno per sbaglio!!! ahh, beata gioventù, beata tenenza!!!", illore

... dimenticavo ... il sito dei Lagoni cliccando qui>>

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