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Antiossidanti (Gli)
Pubblicato da: tc , il: 12/7/2005

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I cosiddetti "radicali liberi" (ROS = reactive oxygen species) sono molecole "instabili" che tendono molto facilmente a reagire con altre molecole; si generano cos? delle reazioni a catena, tramite le quali avviene il passaggio dei radicali liberi da una molecola ad un'altra. Le molecole organiche coinvolte in queste catene di reazioni vengono modificate e danneggiate (? questo ad esempio il caso dei lipidi costituenti la membrana cellulare).

Tra i ROS ritroviamo :

anione superossido (O2-): radicale libero instabile, agisce come ossidante
perossido di idrogeno (H2O2): non ? un radicale libero, ma in presenza di ioni metallici pu? rompersi e formare radicale idrossilico
radicale idrossilico (HO-), radicale libero altamente reattivo: reagisce con le molecole circostanti ossidandole e danneggiandole

 

Gli organismi viventi, che utilizzano l'ossigeno per il mantenimento della vita, sviluppano una discreta quantit? di ROS: hanno potuto sopravvivere perch? hanno sviluppato opportuni sistemi di controllo, le SOD (SuperOssidoDismutasi). Tutte le molecole biologiche possono venir danneggiate dai ROS, ma particolarmente sensibili risultano le molecole lipidiche, e tra queste quelle che rientrano nella struttura delle membrane cellulari; si parla cos? di perossidazione lipidica o lipoperossidazione, fenomeno seriamente dannoso in quanto produce una reazione a catena, che si autopropaga. Il danno cellulare e/o tissutale indotto dalla lipoperossidazione pu? essere limitato ed essere ancora reversibile solo se vi ? una sufficiente protezione mediata dagli antiossidanti. I radicali liberi possono inoltre danneggiare anche le strutture proteiche e gli acidi nucleici del DNA

 
Dobbiamo tener presente che ROS e radicali liberi vengono prodotti normalmente dal nostro organismo, ed in alcune situazioni (inquinamento, fumo di sigaretta) aumenta la loro produzione e si creano le premesse per un danno ai tessuti.
Un loro aumento "fisiologico" avviene anche nell'atleta agonista, in seguito al maggior "turn-over" a cui viene sottoposto il suo organismo. E' chiaro che questa esagerata produzione, anche se non tale da produrre patologie vere e proprie, pu? favorire un "invecchiamento precoce", proprio come pu? avvenire in una struttura sottoposta a maggior "usura" del normale. Per uno sportivo non ? possibile eliminare il fattore di rischio: il fumatore pu? smettere di fumare, l'atleta non pu? smettere di allenarsi!

Gli antiossidanti

esistono i cosiddetti "chain breakers", sostanze in grado di interrompere l'evoluzione della reazione a catena radicalica: alfa-tocoferolo o vitamina E, acido ascorbico o vitamina C, carotenoidi, tra cui la vitamina A;
esistono inoltre i cosiddetti "scavengers", sostanze in grado di inattivare direttamente i RSO, come ad esempio il coenzima Q o ubiquinone, che tuttavia agisce anche "rigenerando" la vitamina E ossidata rendendola cos? nuovamente attiva come "chain breaker".
Accanto a ci? ? opportuno ricordare che altri agenti antiossidanti sono i cosiddetti "flavonoidi", polifenoli ampiamente presenti nei vegetali. Particolarmente ricchi di questi antiossidanti sono le foglie del the e quelle della "Ginkgo biloba".

Quanto sopra esposto ribadisce l'importanza di una dieta equilibrata per un atleta, con una scelta varia di alimenti in grado di contenere quotidianamente un apporto adeguato delle vitamine sopra citate (E, C, A).
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