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Escursionismo : Alpi Retiche, Alta Valtellina, Monte Solena 2915m
Inviato da tc il 1/10/2014 07:48:57 (3056 letture)

Escursionismo Eraldo Meraldi Monte Solena
 [ESCURSIONISMO] Monte Solena 2915 mslm, EE
   Nel Parco Nazionale dello Stelvio, Eraldo Meraldi (Guida Alpina della Valtellina) ci invita ad Andare per Montagne nella bellissima e ancora per fortuna selvaggia Alta Valtellina (SO). Questa volta è il turno del Monte Solena (2915mslm) che, poco conosciuto ai non addetti ai lavori ci riserva una salita di circa 3 ore con crestina finale dove prestare la massima attenzione! Per non aver problemi seguire la descrizione
seguente, se siete molto esperti, oppure magari fatevi accompagnare da una guida, ad esempio Eraldo stesso, sempre gentilissimo e preparatissimo.
in giornata, semplicemente cliccando QUI>>


 Monte Solena 2915 m s.l.m
Catena La Casina-Umbrail
Alpi Retiche - Alta Valtellina (SO)
Parco Nazionale dello Stelvio - ITALIA


di GA Eraldo Meraldi

  La catena montuosa La Casina-Umbrail si estende dalla Forcola del Gallo al Lago di Livigno al Giogo di S.Maria o Passo dell’Umbrail lungo la strada dello Stelvio. La lunga dorsale è contraddistinta da creste molto frastagliate di rocce carbonatiche e cime più importanti che superano di poco i 3000 metri di quota.
   Le montagne della zona hanno quell’aria apparente di trascuratezza e desolazione e sono caratterizzate da profondi valloni dove imperano estese colate detritiche ed intricate quasi impenetrabili boscaglie di pino mugo. E’ il regno della solitudine che esercita un fascino particolare di tempi andati, quando era attiva l’epoca pionieristica; ora che l’uomo ha più necessità di stare solo questi luoghi sono diventati terreno di ricerca dove scoprire itinerari spesso poco evidenti a volte privi di sentieri.
   Le camminate nelle foreste di pini mughi sono estenuanti e salire lungo i mobili ghiaioni è molto faticoso; emerge l’esigenza d’andare con lentezza tornando così a valori più semplici. 
   Osservare la montagna in profondità permette di riflettere sulla creazione del mondo. Si entra così nel vero mondo della montagna selvaggia dove la conoscenza limitata porta a riscoprire i nostri sensi: l’olfatto, l’udito, la vista e il tatto. La montagna sviluppa l’equilibrio, il movimento e la percezione specialmente se frequentata in solitudine; tornano a galla antichi istinti e le percezioni primordiali. La natura ci parla, ci informa, ci dona; tocca a noi essere in armonia e ascoltarla, viverla e amarla è un dovere che spetta a tutti. Solo così ti sentirai a casa in qualsiasi luogo tu sia.        
   Il Monte Solena anche se non raggiunge i 3000 metri di quota è una montagna molto interessante che fa da spalla al termine della cresta sud del più famoso ed imponente Piz Schumbraida. La sua tozza mole triangolare è visibile già dalla conca di Bormio. Dalla cima si possono godere panorami mozzafiato sulla sottostante Val Fraele con i suoi laghi artificiali di Cancano e di S.Giacomo di Fraele, e sull’insieme di tutte le vette del circondario, in particolare sulle stratificate e frastagliate Cime di Plator e Doscopa, sul bellissimo versante settentrionale della Cima Piazzi, sul gruppo del Bernina e sulla zona dell’Ortles, più lontano verso sud le Orobie Valtellinesi.
   Se vi dovesse capitare d’andarci, portatevi un bel libro anche solo da sfogliare. Vi consiglio in questo caso “La natura ci parla” di Hermann Hesse e mentre vi fate accarezzare dalla brezza che sale dalle vallate, magari seduti tranquilli sull’anticima, immergetevi nella lettura e lasciatevi trasportare dalla fantasia. Arriverete molto lontano andando a sfiorare i misteri dell’esistenza; tornerete bambini quando correvate liberi nei prati in fiore, nei boschi profumati o lungo i corsi d’acqua; a me è capitato così.
Itinerario lungo il versante sud: Dal Ristoro Solena posto nelle vicinanze della Chiesetta di Cancano, oppure dal posteggio di Val Forcola, ci si porta al Grasso di Solena (2001 m). Sarete accolti da un bellissimo prato ondulato che circonda l’alpeggio e arrivati dietro il caseggiato, ci si porta qualche decina di metri verso destra dove inizia a salire il sentiero che si addentra nella fitta boscaglia di pini mughi. Dopo aver superato un tornante si arriva ad una bella radura pianeggiante (2050 m) dove un tempo arrivavano a pascolare le mandrie di mucche. Il luogo è molto tranquillo e merita una sosta. Dopo aver attraversato verso nord tutta la radura ci si addentra di nuovo nel bosco fino ad un’altra piccola radura al limite della vegetazione arborea (2250 m circa). Si continua a salire con qualche tornante tra due piccoli promontori rocciosi fino ad un ampio terrazzone erboso da dove si gode una magnifica vista sull’intera vallata e sui laghi artificiali sottostanti. Poco sotto la dorsale verso nord si nota un piccolo rude bivacco in sasso e ricoperto di lamiera, ora abbandonato. Si prosegue verso destra seguendo per un tratto l’evidente sentiero fino alla dorsale per poi proseguire su terreno ripido lungo la stessa, andando a guadagnare così il terrazzo superiore  che si supera con una lunga diagonale ascendente verso sinistra. Giunti sulla verticale del ripido costone finale, prima erboso poi detritico posto alla destra della Val Pozzaglie, lo si risale su tracce discontinue arrivando ad una zona rocciosa che si supera andando verso sinistra per poi rientrare a destra sul costone a circa 2750 m di quota e lo si risale per un breve tratto sul filo per poi passare a sinistra di alcune guglie. L’ultimo tratto sempre ripido e ghiaioso lo si risale un po’ a zig zag arrivando così sull’anticima posta a 2901 m dove è presente un paletto metallico.
   Il tratto che dall’anticima conduce alla cima va affrontato con la massima attenzione solo da persone esperte. Pochi metri prima di giungere sull’anticima si prende a destra una cengetta che porta nell’evidente canalino per proseguire poi in traversata leggermente ascendente, su ghiaie ripide, roccette instabili e cengette ricoperte da infido ghiaino, tenendosi sempre qualche metro al di sotto del filo di cresta per scavalcare agevolmente un secondo canalino dopo il quale, con un paio di passi facili su roccette friabili, si arriva sull'aerea cima.
Monte Solena Eraldo Meraldi
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 Scheda tecnica
  
   Discesa: lungo l’itinerario di salita, stando attenti al breve tratto delle roccette dove è presente detrito. 
Difficoltà: EE - escursionisti esperti.
Materiale consigliato: scarponcini da trekking, bastoncini, zainetto, giacca a vento, occhiali, berretto, guanti, macchina fotografica.
Periodo: da giugno a ottobre fino alle prime nevicate .
Quota di partenza: 1952 m Chiesetta di Cancano, Ristoro Solena – 1937 m posteggio dopo il Grasso di Solena.
Esposizione: sud
Dislivello: 963 m dalla Chiesetta di Cancano, Ristoro Solena – 978 m dal posteggio dopo il Grasso di Solena.
Tempo di salita: 2-2,30 ore all’anticima – 2,30-2,45 alla cima.
Cartografia: Kompass 072 Parco Nazionale dello Stelvio 1:50 00 e Kompass 96 Bormio – Livigno 1:50.000
Punti d’appoggio a Cancano: Ristoro Solena tel. 348.7366439 – Ristoro Monte Scale tel.0432.904660 – Chalet Villa Valania tel. 0342.903312
Coordinate Ristoro Solena: n 46° 31’9,36” – e 10°19’20,98”
Accesso stradale: - da Bormio – Alta Valtellina (SO) si percorre la S.S. 301 in direzione di Livigno. Giunti alla località Fior d’Alpe, seguendo le indicazioni sulla destra si segue la strada per i Laghi di Cancano. Dopo aver salito numerosi tornanti, si passa in prossimità delle suggestive Torri di Fraele dove termina la strada asfaltata. Si prosegue ora passando il piccolo Lago di Monte Scale fino ad un ampio piazzale con caseggiati entrando così nella Val Fraele. Poco dopo si segue la strada che scende sulla destra fino all’imponente muraglione della diga di Cancano, lo si supera e si sale alla caratteristica Chiesetta di Cancano (1952 m) dove è possibile posteggiare sul retro. Di fronte in posizione dominante e panoramica si trova il Ristoro Solena. E’ possibile continuare ancora con l’auto su stradina pianeggiante fino al posteggio (1937 m) che immette nella Val Forcola, poco dopo il Grasso di Solena.

Note:
- Il toponimo Fraele si riconduce forse a “fabrelle” da “faber”, fabbro, con riferimento alle antiche miniere di ferro per le quali la valle era conosciuta.
- Plator, il termine deriva da “platea”, “pianura”, piastra.
- Solena, mi permetto di avanzare che il sole, montagna soleggiata centri molto.
- La bella Chiesetta di Cancano sorge nei pressi del Ristoro Solena ed è dedicata a Sant’Erasmo ed eretta nel anno1934 a ricordo dei tanti operai caduti durante la realizzazione delle opere per la costituzione degli invasi artificiali. Nel 1961, per far posto al nuovo invaso, la Chiesa venne riportata in tutte le sue componenti (facciata, vetrate, serramenti, ecc.) qui attualmente dove si trova. Le pitture e i disegni delle vetrate sono di Carlo Prada di Milano. Le colonne tortili e la cancellata centrale provengono da una villa veneta in rovina. Le colonne laterali sono state realizzate da un artigiano del posto.
 Monte Solena Eraldo Meraldi
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 Monte Solena Eraldo Meraldi
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 Monte Solena Eraldo Meraldi
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