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Articoli : Cecitą mentale e Salvaguardia Ambientale
Inviato da tc il 26/4/2005 09:31:29 (3148 letture)

CECITA' MENTALE e SALVAGARDIA AMBIENTALE

D.: Quante volte avete arrampicato su una via ultimamente e avete trovato tutte, sottolineo TUTTE, le prese per mani e piedi segnate con punti e strisciate che conducono direttamente al punto da prendere?
Forse meno strisciate e maggiori riferimenti naturali da memorizzare ci aiuterebbero di piu' nella progressione e soprattutto aiuterebbero il nostro cervello a sforzarsi almeno quanto i nostri tendini.
Altro: e magari venissero ripuliti appigli e appoggi ... dopo i tentativi ...

R.: Sono appena tornato dalla Sardegna: su certi 6a a vasche da bagno come prese (con intorno placca grigia senza prese) c'erano righe di 10cm di lunghezza ad individuare la difficile interpretazione(!!). Non parliamo di 6c, 7a, e via discorrendo. Veri e propri itinerari mappati come il touring club.
Mancava solo la scritta dx e sx, ma sta arrivando anche quella.

Se uno si lavora il tiro che faccia i suoi segni, se vuole ( ma guadagna qualche tentativo a scapito dell'intelligenza motoria), ma li cancelli ad ogni calata. A meno che non sia un tiro da liberare.
Oltre a stare decisamente male, questi segni rovinano l'arrampicata a vista (un tiro con le prese segnate non ? salibile a vista, inutile girarci intorno: ? gi? un lavorato).


R2.: Concordo, io ? da poco che mi sono riaffacciato al mondo dell'arrampicata dopo molti anni ed ho l'impressione, forse errata ma dedotta guardando numerose foto, che sia una derivazione del bouldering... Cmq una gran brutta abitudine, che costringe a prendere quella di ripulire i segnacci ogni volta che si scende da un tiro.

R3.: Dovremmo pulirle sempre, le prese (e gli appoggi) mentre credo non sia bello n? per la roccia n? per il nostro cervello fare le strisciate, che uno faccia difficolta' oppure boulder. Se una cosa deriva dall'altra (le tracce derivano dal boulder, anche se non e' veramente cosi') ed ? sbagliata non ci sono giustificazioni. Scavare era sbagliato e non lo si ? fatto nel boulder (o meglio si sta ? cercato di limitarne il fenomeno) mentre avrebbe risolto molte cose e molti passaggi sarebbero stati saliti da pi? persone. Personalmente non sono un estremista, nel senso che non concepisco chi vuol fare il naturalista a tutti i costi (vedi lotte per le prese scavate o scanagliate per le scritte sotto i passaggi di blocco). Mi spiego meglio e riporto quanto scritto sul fORUM:
"E' il dilemma di sempre ... l'etica sta alla base di tutto, ? vero, ma secondo me non c'e' bisogno di agire da "fondamentalisti islamici" (ce ne sono gi? tanti). Mi spiego, e con cio' non voglio offendere nessuno ma solo spiegarmi e cercare di essere capito.
Reputo giustissimo non alterare la roccia, non scavare, non modificare in nessun modo i passaggi o le vie MA vorrei ricordare a coloro che lottano con veemenza contro alcuni tipi di testimonianze del passaggio umano (appunto prese scavate) che prima che arrivassero loro sui sassi e sulla roccia c'erano piante, muschio, edera, ecc., ecc., ... e con queste anche un microcosmo che e' stato distrutto. E' dunque giusto salvaguardare e ridurre al minimo stravaganze del tipo "Nome della via o del passaggio" scritto in modo enorme e con vernice gialla alla base ma il nome va pure scritto, per far sapere di che si tratta e cosa si ? provato: in Francia hanno preso dei sassetti di fiume ed hanno scritto il nome della via su di questi, poi li hanno messi alla base di ogni via, potrebbe essere una idea... nel bouldering due pallini colorati del diametro di 2mm, secondo me, alla partenza di un blocco non sono nulla rispetto al danno provocato pulendo massi o pareti.
INVECE sono proprio contro chi lascia i propri rifiuti e scacazza in giro senza seppelire i propri bisogni e oltretutto lascia i fazzoletti di carta in giro. Sono anche contro quelli che segnano le prese e che poi quando hanno finito di provare passaggio o via non puliscono con lo spazzolino e lasciano una evidente traccia del loro passaggio.
Altro: secondo me pi? che arrabbiarsi quando una persona non condivide il nostro modo di pensare e di agire (o si pensa che sbagli) ? meglio spiegarsi, dare le proprie ragioni e tentare cos? di convincerla, magari questa non ha pensato prima a certe cose e gli si ? dato modo di riflettere. Sicuramente la prossima volta agir? diversamente o perlomeno penser? prima di agire.
Il mio pensiero pu? non essere condiviso ma penso che sia un modo di mettere d'accordo i due estremi delle varie situazioni e salvaguardare cosi' roccia e pensieri."

R4.: comunque questa cosa del "pulire" le vie dalla magnesite ? per me una cosa del tutto nuova... non so voi, ma io appartengo alla "vecchia" generazione di climbers, avendo iniziato a met? degli anni 80 e nessuno si poneva il problema dell'impatto ambientale della magnesite. Pulire una via era ripulirla dai rovi, al massimo..... o dagli spit in eccesso con le solite polemiche inutili...
Io stesso devo dire che non mi ? mai passato per la testa, anche se mai mi ? passato per la testa di "segnare" la posizione degli appigli e degli appoggi che mi pare una grande idiozia. Si usava si lo spazzolino ma pi? che altro per levare la magnesite che riduceva la grandezza delle reglette piuttosto che per ragioni estetiche. Almeno io ho sempre fatto cos?, se c'? qualcuno che era cosi "environmentally concerned" gi? dal 1985, lo dica....
Comunque sono d'accordo che 1) non si dovrebbero segnare i passaggi, cosa per me inconcepibile, ancheperch? non lavoro le vie, 2) in effetti se ? proprio uno schifo magari spazzolare via la magnesite in eccesso. Non parlo neppure del portare via i rifiuti, mozziconi di sigaretta, fazzolettini di carta perch? tutto ci? dovrebbe essere scontato non solo per i climbers ma per tutti, anzi per i climbers di pi? perch? sono loro a godere di pi? degli spazi naturali rocciosi...
Se si vuole comunque sottilizzare, avete notato come le strisciate bianche su roccia scura derivanti dalle colate di acqua in corrispondenza dei fittoni, specialmente alle soste siano il modo pi? facile di individuare il tracciato di una via su una parete rocciosa, anche a distanza molto grande e comunque non sufficiente a "risolvere" i singoli spits...
Credo comunque che bisogna accettare che non c'? alcuna attivit? umana che non abbia un minimo di impatto ambientale, e che bisogna quindi rifiutare le posizioni ultraortodosse che vogliono una "natura intatta" (e cosa poi vuol dire dato che anche l'uomo fa parte della natra), ma invece usare il "buon senso"...

R5.: io credo che il discorso di XXX non fosse impostato solo sull'impatto ambientale derivante da strisciate di magnesite o vie simili a piste d'atterraggio. Credo si riferisse alla meravigliosa esperienza dell'arrampicata a vista che viene annullata del tutto a favore della mentalit? che mette la prestazione in cima alla scala dei valori. Tornare a casa con la soddisfazione di aver interpretato un labirinto di tacche, buchi o quel che la roccia offre ? per me pi? appagante di aver realizzato una via al mio limite su una mappa gi? tracciata da chi mi ha preceduto. Su una via lavorata posso anche ammetterne l'uso... anche se dopo tre o quattro tentativi uno dovrebbe aver bene in mente movimenti e prese... Su carte sparse, fazzoletti e mozziconi credo si sia tutti daccordo: fatto sta che continuo a trovarne ovunque vada. Che ne dite di un minimo apparato sanzionatorio, anche solo a livello di "tirata d'orecchie"? Troppo spesso ci si gira dall'altra parte senza neppure far notare la cosa. Un discorso a parte meritano invece le cacche. Credo che un po' tutti ci si debba guardare in faccia. A chiunque ? capitato d'essere richiamato dalla natura in momenti poco opportuni senza la possibilit? di raggiungere un lattrina ufficiale. In alcuni posti gli enti locali sono intervenuti creando strutture dedicate agli arrampicatori ma in Italia si tratta di esperienze decisamente isolate. Chi arrampica in Francia s'? accorto della maggior diffusione di strutture spesso ben integrate nell'ambiente. Da quelle parti non si girano dal'altra parte e fanno finta che l'arrampicatore non esista. Non mi si dica "ai miei tempi..." Le cose sono molto cambiate dal 1985, l'arrampicata sportiva ? uno sport "di massa" per certi versi anche di moda. Se prima chi arrampicava aveva un passato come escursionista o nel migliore dei casi alpinista, da qualche anno non si pu? pi? dire cos?. Mi piacerebbe aprire una discussione su - quali siano gli strumenti pi? idonei a diffondere fra i nuovi praticanti una cultura tesa alla salvaguardia dell'ambiente (anche solo piccole cose) - quali interventi debbano sostenere le amministrazioni locali che ospirtano sul loro territorio importanti centri per l'arrampicata sportiva. L'impatto ambientale c'? in ogni caso se si vuole continuare a scalare: sta a noi decidere che fare per limitarlo al massimo.

R7.: vorrei portare l'attenzione su un problema che in tanti posti temo verr? fuori tra qualche anno: la chiodatura a resina di materiale non inox, levare dalla via materiale vecchio resinato ? alquanto difficile, lasciare tre generazioni di spit o fittoni decisamente brutto.... chi chioda o richioda non dovrebbe lesinare troppo sul materiale non solo per la sicurezza, ma anche per evitare decine di patacche rugginose sulle vie.

R8.: Anzitutto, secondo me la maggior parte dei climbers ha qualcosa da insegnare alla gente piuttosto che da imparare. Intorno al Sasso remenno c'? un'incredibile lascita di rifiuti, e sono al 99% di quelli che ci passeggiano intorno.
Per questo credo che se ognuno di noi si prende carico di mettersi nel suo zaino la bottiglietta/cartaccia dimenticata o abbandonata da altri, beh, non vedremmo molte falesie sporche. Un p? critica ? la situazione mozziconi di sigaretta, ho visto di persona gente assolutamente ecologica nel pensiero e nelle azioni buttare per terra i mozziconi; credo che il fumatore sia un p? cos?, inconscio del suo impatto.
Sul discorso massi, dipende: tutti quelli puliti per il Mellobloc, per esempio, alla fine erano pi? belli che all'inizio; erano semplicemente avvinghiati da rovi, con muschio semisecco, niente da eccepire, anche per un ecosindacalista, su quello che ? stato fatto. Ma per altri massi (quelli che per esempio sono nei boschi) devo dire che il loro aspetto, dopo che sono stati ripuliti, ? decisamente meno bello dell'originale. Potrei dire che c'? stato un impatto piuttosto violento, e le macchie di magnesite che poi lo ricopriranno non miglioreranno certo la cosa. E questo ? un discorso che vale anche per la falesia; in certi posti mettere o non mettere spit e catene fa molta differenza. Ci sono dei posti dove c'? s? stato un cambiamento, ma, come dire, fisiologico alla nostra passione (comunque umana e quindi di impatto), altri in cui "fondare" una falesia fa decisamente la differenza nell'ecosistema. Chi di noi ? disposto a rinunciare ad una falesia o a dei massi in pi? in nome della salvaguardia ambientale? Io, due anni fa, sull'onda dell'emotivit? da furore passionale, avrei chiodato pure un nido roccioso, oggi devo dire che sono cambiato; ci sono cos? tante falesie e cos? tante possibilit? che forse ? meglio lasciare certi posti al loro stato. Penso a certe strepitose pareti sarde; sarebbero falesie da urlo ma...considerando che in un posto come Jerzu, con oltre 200 tiri, la massima frequentazione annuale conta s? e no 5 coppie in tutto, ha senso chiodare le altre incredibili falesie circostanti?

R9.: A volte vengono fatti degli autentici scempi nel chiodare le falesie, vedi la grande grotta di kALIMNOS ad esempio, un autentico Tempio della natura violato e violentato dai climber senza scrupoli che hanno staccato stalattiti enormi. Molte delle falesie che frequentiamo erano posti magnifici prima del nostro arrivo e non lo sono pi?, altri posti non sono poi tanto cambiati, vale anche per il resto del paesaggio , del resto, vedi dighe e alberghi in montagna ecc. ecc. Come al solito ci vorrebbe il buon senso, e il buon senso non v? d'accordo con gli interessi (? un interesse anche il nostro che vogliamo scalare ovunque a qualsiasi costo), manca l'educazione e manca la giusta misura ma la giusta misura esiste proprio perch? ci sono gli estremi.... o no?

 

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