Anna Torretta torna dall'Afghanistan, non è pericoloso
Argomento: Speciali Data: 10/11/2008
 | Ciao! sono appena tornata dall'Afghanistan, e sto cercando di rendere pubblico CHE NON E' PERICOLOSO visitare le montagne del nord-est del paese, nel corridoio del Whakan! Ho organizzato la prima "Spedizione femminile Afghanistan 2008": Anna Torretta, Elisabetta Galli, Eloise Barbieri, Roberta Vittorangeli. Abbiamo fatto il tentativo ... segue ARTICOLO con FOTO |
L'Afghanistan non è pericoloso, di Anna Torretta (Guida Alpina di Courmayeur e Architetto)  | Nonostante i martellanti messaggi dei media sull’instabile situazione in cui si trova oggi l’Afghanistan, abbiamo deciso di organizzare una spedizione alpinistica femminile: “Afghanistan 2008”, 4 ragazze: Eloise Barbieri, Elisabetta Galli, Roberta Vittorangeli, e la sottoscritta. La meta è il Whakan, il corridoio afghano situato a nord est tra Pakistan e Tajikistan. | Nel contesto di uno stato tormentato dalla guerriglia e dai talebani il Wakhan si presenta come un’oasi di pace, a rassicurarci prima di partire è l’associazione Mountain Wilderness, nelle persone del presidente C.A. Pinelli, di Elisabetta Galli e Giorgio Mallucci, che sostengono il progetto della Fondazione Aga Khan per i giovani Wakhi. La Fondazione con MW e Grivel da due anni promuove il progetto per sviluppare il turismo nel Wakhan attraverso i ragazzi che abitano questa regione, dandogli le basi per fare le Guide della zona, sia con corsi di inglese che con nozioni di alpinismo, che appunto sono state seguite da Mountain Wilderness e dai suoi istruttori. La nostra è la prima spedizione femminile in assoluto e la seconda dopo 23 anni di assenza di alpinisti stranieri in questo territorio. Sempre MW ha infatti organizzato nel 2003 una spedizione alpinistica internazionale al Noshaq (nel corridoio del Wakhan, (7.492m la montagna più alta dell'Afghanistan), in vetta è arrivato Fausto De Stefani. I nostri obbiettivi non sono solo alpinistici, ma anche etici e sociali: in primis creare una cordata di solidarietà con le donne del Wakhan e in secondo raggiungere la vetta del Babatangi, e magari aprire una via nuova sullo sperone nord ovest. |  A 6000 m sulla Cresta Ovest del Babatangi, da sinistra: Anna, Afiat, e Roberta |  zoom++ Eloise, Betti, Anna, Roberta | Ci siamo scontrate con un’organizzazione della famiglia di tipo medioevale e con una montagna che ha cambiato aspetto in 45 anni dalla sua prima e unica salita! La montagna è molto più secca con numerosi seracchi pensili, la cresta nord ovest è sotto il tiro di 1 o 2 di questi, a seconda di quale attacco si scelga, quindi viene subito scartata. La via “normale” seguita da Pinelli, non si rivela per niente una passeggiata, come pensavamo: saliamo su terreno di sfasciume alternato a passaggi sino al III grado e montiamo 2 tende a C1 a 5.550m sul filo della cresta ovest, dopo aver superato un canalino di ghiaccio; la parte superiore della montagna presenta pendii a 50° di ghiaccio vivo e di misto. Il tentativo raggiunge 6.000m poi la neve scesa i giorni precedenti e la notte stessa ci ha costretti al ritiro. | Il tentativo raggiunge 6.000m poi la neve scesa i giorni precedenti e la notte stessa ci ha costretti al ritiro. Il vento è gelido e rinforza l’instabile neve accumulata sul ghiaccio costringendoci ad una traccia fino al ginocchio lenta e faticosa. Così dopo 5 ore decidiamo di scendere, con Roberta e me, nel tentativo, c’è anche Afiat, un ex mujaheddin che ha laciato il kalashnikof per le picozze. Mi sembra di essere entrata in uno di quei libri di avventura che mi affascinavano da ragazzina, dove gli esploratori venivano a contatto con territori e popolazioni “vergini” e le montagne non erano ancora state scalate. Non pensavo fosse ancora possibile oggi! E’ diventato importante per noi lavorare con le giovani Guide come donne, per far vedere un modello di vita femminile estremo, diverso da quello che avevano visto, per imparare a rispettarsi e insegnare a trasmettere delle idee diverse alle loro donne (non è stato sempre così semplice fare delle richieste come donna, magari ti dicono di si davanti e poi non la fanno). Una donna in montagna più “forte” di un uomo…. Quale idea strampalata! Un concetto difficile da accettare anche nella nostra società! Chissà cosa avranno percepito… Importante oggi è aiutare questa popolazione a sviluppare il suo turismo, in una zona che non ha niente da invidiare al Nepal se non il fatto di essere molto selvaggia. Afiat ha aperto con me la variante su seracco che si ricongiunge con la via di Pinelli a quota 5.300, 350m D+, un vero talento su ghiaccio il ragazzo! | SPEDIZIONE FEMMINILE, Afghanistan 2008 Componenti: Anna Torretta, Eloise Barbieri, Elisabetta Galli, Roberta Vittorangeli
Prossimo programma: “Afghanistan 2009”, prima salita di un Afghano e di una donna sul Babatangi, partenza prevista per luglio. Si ringrazia: La Regione Valle d’Aosta, Grivel, Montura, Roca, Bertolin, Enervit, Blast |
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