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Sasso di Fontana Mora - Via '60' - Val Seriana
Argomento: Vie e Multipitch Data: 23/1/2007

Sasso di Fontana Mora - Via “60”
Difficoltà 7b*, 6c obbligatorio
Apertura Davide Rottigni e Dario Nani dal basso
La via è dedicata al 60° del Cai Valgandino , che ha sostenuto il progetto.


In auto: Da Bergamo prendere la strada provinciale della Val Seriana fino a Gromo e da qui la deviazione a dx verso la Fraz Spiazzi, fino alla fine della strada, nel grande parcheggio superiore della stazione sciistica.. fermarsi nella parte sx, nelle vicinanze del cartello indicatore del sentiero delle Malghe .
A piedi: Salire dalla sterrata e dopo 10 minuti, in vista di una malga salire dritto (freccia arancione), poco dopo prendere il sentiero sulla dx che sale, prima nel bosco e poi per prati, passando da una pozza, fino al “Collino”. Da qui proseguire con saliscendi per il sentiero dell’orso, fino ad una radura sulla dx. Seguire i segni arancio che in piano e poi in discesa portano alla parete, visibile solo pochi munti prima di arrivare. Un ora e 10 minuti dall’ auto.
La parete: Una vera montagna di roccia , appena sopra la Baita di Fontana Mora. La parete alta più di duecento metri e larga il doppio è chiamata curiosamente solo “sasso” di Fontana Mora. Non ha una storia alpinistica ,se non alcuni tentativi poco convinti e questa dovrebbe essere la prima via che raggiunge la “vetta “. Trovare una parete vergine nel 2006 con tiri “di livello” ( almeno per noi ) è stata un ‘ esperienza unica, un bel viaggio, sempre alla ricerca della giusta sequenza per arrivare alla sosta successiva, con arrampicata sempre intensa, su muri verticali o strapiombanti, mai troppo appigliati, anzi solitamente con roccia abbastanza liscia e poco aderente.
Chiodatura: Attrezzata dal basso a fix corti da Davide Rottigni e Dario Nani . Permette anche ai non Kamikaze di confrontarsi con difficoltà di un certo livello. Una chiodatura più da falesia che da lotta con l’alpe, anche nei pochi tratti facili. Da escludere comunque facili azzerate, anche nei punti più duri.
Arrampicata: Il calcare grigio scuro regala solo buchi, e non sempre buoni. Fra tutte le inclinazioni presenti predomina la placca a bombé, ma non mancano diedri più o meno accennati e sezioni belle strapiombanti. Le uniche cengie sono quelle usate per le soste. La roccia è compatta, a volte troppo e per questo l’arrampicata, sempre esigente ci ha costretto in apertura a rettificare più volte la linea, infatti sequenze di buchi finivano spesso… nel liscio assoluto. Unica eccezione, parte del sesto tiro con roccia scadente. Sempre in ottica “sportiva” abbiamo preferito cambiare alcuni spit in discesa una volta verificato che erano fuori linea per la libera.
Clima: Gradevole in estate anche se in ombra dalle 10,30. Il periodo si potrebbe estendere da Maggio ad Ottobre escludendo le giornate troppo fredde.
Dopo pioggie normali la parete non si bagna, ma quando inizia a colare ci mette molto ad asciugare, soprattutto nel primo e ultimo tiro.
Materiale: 12 rinvii, cordino e due corde da 55 metri. In alternativa una corda singola almeno da 70 metri.


Difficoltà :
L1 7a+ 27 metri Bella placca a buchi e onde, appena strapiombante. Dopo solo 2 spit, si entra già nella sezione chiave, abbastanza fisica! Meglio scaldarsi bene , magari sulla via di 6b+. Quasi in uscita, all’ ottavo spit deviare a dx per prendere la S1su un piccolo terrazzino.
L2 6c+ 28 metri. Bel tiro, meno impegnativo del precedente, che segue la direzione obliqua di un diedro, con un singolo ed un uscita delicata.
La parte centrale (4 ° e 5° spit ) può essere facilitata stando a sx degli spit, anche se i moschettonaggi sono scomodi e l’arrampicata poco interessante.
L3 7a+/B 15 metri Traverso a sx ad abbracciare un spigolo (molto ) svaso, poi un simpatico diedrino perfettamente arrotondato con appiglietti qua e là. Movimenti molto tecnici ed estetici ,di non facile comprensione su roccia liscia e non molto aderente, ma con spit vicini ( meglio raddoppiare il terzo).
L4 7 a + 25 metri Da una comoda cengia parte uno strapiombo a bombé, dei quali l’ ultimo regalerà il giusto acido lattico, per una serie di movimenti poco chiari a vista e poi per colpa di buchi che si vedono, ma sono lontanucci tra di loro.
L5 7b 25 metri Vero rebus in fase di apertura, abbiamo provato a sx (5 spit e poi il liscio strapiombo) poi un po più dritti, e per finire abbiamo optato per una partenza leggermente a sx e traverso a dx a prendere un bucone e poi dritti su una bella placca verticale, con singolino impegnativo e di difficile intuizione Uscita su buchi . Abbiamo lasciato anche la variante dura (NL) a sx.
L6 7a + 45 metri Tranquilli, il duro si esaurisce nei primi spit,intensi sul bordo di uno strapiombo. Per il resto facile e non esaltante alpinata su roccia e vegetazione. Attenzione ad alcuni massi instabili. E’ attrezzata una sosta intermedia, utile se non si allungano alcuni protezioni. La parte superiore è meno interessante e potrebbe essere una soluzione scendere a questa sosta.
L7 6c 35 metri Siamo nella parte alta della via sulla cengia che dal basso sembra un campo da calcio , ma in realtà è solo pochi.metri … Bel tiro vario che raggiunge il muro finale. Placchettina iniziale, poi in obliquo a sx su strapiombini e placca tecnica a buchetti. Unico neo la cengetta friabile iniziale.
L8 (7b ) 35 metri Placca strapiombante e ... impressionante con una fessurotta obliqua, che permette magicamente di uscire da un lungo muro liscio.
*Abbiamo provato il tiro in un giorno dopo svariate pioggie e quindi non abbiamo potuto liberarlo interamente. La parte iniziale sarà probabilmente sempre umida. Tiro lungo e intenso, per amanti del vuoto.

Discesa: in doppia sulle vie, stando attenti a rientrare moschettonando i rinvii presenti. I tiri sono tutti almeno leggermente strapiombanti e in alcuni casi la cengia è stretta. In particolare la prima calata (33 m) risulta difficoltosa perché il tiro è strapiombante e obliquo , la seconda fuori asse ma finisce su una comoda cengia (attrezzata con una fissa). La terza possibile pure con una corda da 70, moschettonando la sosta intermedia e lo spit direzionale sullo strapiombo ma.. occhio!.. avanza solo un metro scarso! La quarta con le mezze permette di arrivare al bordo della cengia del terzo tiro. Con la singola da 70 bisogna fare un‘altra calata dal quarto tiro. Con le mezze da 55 al pelo si arriva a terra, altrimenti altra calata. Autobloccante decisamente consigliato.

Sito degli apritori:
www.koren.it

Si ringraziano Giuliano Bertasa, Dario Salvatoni e Beppe Sala del Gruppo Koren Cai Valgandino.






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