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Monte Sella: Via Hydra, 640 m, L.20
Argomento: Vie e Multipitch Data: 23/10/2006

Monte Sella - Via HYDRA
di Emanuele Cesaroni

20 tiri per 640 metri di sviluppo, con difficoltà massima di 6c (6c, II+, V, V+, II+, II+, 6a, 6a+, III+, V+, 6b+, V+, 6a, 6b, 6b, VI+, 6a+, 6b, V, III), impegno globale IV e rischio complessivo protezioni RS3/RS3+. Lasciati in via 54 chiodi classici, 34 spit 8mm, 39 fixes 10mm e 20 soste, quattordici delle quali con due spit 8mm e 6 miste tra fixes 10mm e spit 8 o 10mm. Un tributo alla mitologia Greca che vide Ercole sconfiggere Hydra, il terribile mostro dalle sette teste.



La via Hydra è stata aperta da Emanuele Cesaroni, Fabio Gambacciani, Mauro Ciampi ed Elisa Bozzi nell'estate e autunno 2005 e la primavera del 2006. La prima ripetizione integrale in libera è stata effettuata il 18/10/2006 da Emanuele Cesaroni e Andrea Serani (Serac) a comando alterno in ore 6. I primi 430 metri per 14 tiri sono stati aperti dal basso nel 2005 in 6 riprese con l'ausilio di 330 metri di corde fisse per le risalite. I rimanenti 210 metri per 6 tiri sono stati aperti nel 2006, dall'alto, calandosi da cava Bagnoli a circa 150 metri di quota sotto la vetta. La linea, che fu individuata già nel giugno 2004, sale la spalla più maestosa dell'intero monte Sella, tristemente noto per la marcezza dei suoi pendii. La parete raggiunge la ragguardevole altezza di 700 metri e la via si attesta tra le vie più lunghe ed impegnative delle Alpi Apuane. Hydra consta di 20 tiri per 640 metri di sviluppo, con difficoltà massima di 6c (6c, II+, V, V+, II+, II+, 6a, 6a+, III+, V+, 6b+, V+, 6a, 6b, 6b, VI+, 6a+, 6b, V, III), impegno globale IV e rischio complessivo protezioni RS3/RS3+. Lasciati in via 54 chiodi classici, 34 spit 8mm, 39 fixes 10mm e 20 soste, quattordici delle quali con due spit 8mm e 6 miste tra fixes 10mm e spit 8 o 10mm. Un tributo alla mitologia Greca che vide Ercole sconfiggere Hydra, il terribile mostro dalle sette teste.

  Vanno d'obbligo ringraziamenti a tutti coloro che ci hanno sostituito al rifugio durante le nostre assenze, a chi ci accompagnava alla base accollandosi servizi fotografici, fatica e pesi, a coloro che mi avrebbero volentieri accompagnato in via e sono stati traditi dal tempo e a chi ha donato corde per le fisse e materiale vario di grande utilità. Ringraziamo quindi Paola Bonini, Mauro Calvi, Manrico Budassi, Ettore Simoncelli e Luca Barsanti. Un doveroso tributo al coraggio va ai miei insostituibili compagni di cordata, Mauro, Fabio ed Elisa che mi hanno seguito con tutti i mezzi su quella parete che agognavo ormai da un anno. Infine un ringraziamento senza pari lo devo ad Andrea che ho avuto come compagno determinante di una cordata impeccabile che ha realizzato in perfetto comando alterno e in tempi record la prima ripetizione integrale in libera della via ad ottobre, quando ormai avevo perso ogni speranza di poterla ripetere entro la fine del 2006.

Avvicinamento

  L'attacco della via richiede un avvicinamento abbastanza impervio. Si consiglia di partire a piedi dal paese di Resceto (in provincia di Massa a 485 m. slm) imboccando il sentiero CAI n.165 che monta il Canale dei Piastriccioni. Ad un bivio, in località detta dell'Acqua (950 m s.l.m.), si ignora l'indicazione per il rifugio Nello Conti (sentiero CAI n. 164) prendendo a destra verso la successiva biforcazione tra il sentiero CAI n.165 (Cave Cruze) e il 160 (cima del Sella). Alla stessa si continua verso sinistra (165) e si prosegue lungamente per un centinaio di metri di quota fino ad una evidente lizza sfasciata e prima che il sentiero meni a sinistra infilandosi deciso nella vegetazione un ometto megalitico indica dove traversare a destra. Si lascia quindi la lizza scendendola tra massi smossi puntando verso il largo ed appoggiato canale che si risale a salti per circa 200 metri fino a che restrintosi ad imbuto si innalza su di una conca levigata dall'acqua, ripidissimo slancio che si supera col primo tiro di corda (1150 m. slm). Tempo 100'. Dal rifugio Nello Conti (1443 m. slm) l'avvicinamento appare di gran lunga più agevole essendo per gran parte in discesa e richiedendo dislivelli e tempi più brevi (80' - 90'). Il canale è protetto dal sole per la gran parte della giornata ed è punto di accumulo per un nevaio che spesso ancora nei primi di giugno ostruisce i primi due o tre tiri della via (non a caso a Resceto è detto "canale della neve"; in passato luogo di approvvigionamento di ghiaccio nei mesi estivi). Nel 2005 a metà luglio la via era praticabile e ciò permise la salita dal basso. A luglio 2006 il nevaio si estendeva ancora per più di 200 metri coprendo ancora i primi tre tiri della via e ciò ha obbligato (per comodità) il completamento della salita dall'alto. Il periodo ideale per l'ascesa va quindi dall'estate, verificando la consistenza del nevaio, fino ai primissimi di autunno. A fine via è di gran lunga consigliato evitare le doppie uscendo dal pilastro terminale con il ventesimo tiro da 60 metri in traverso a destra fino ad una sosta (con libro di via) posta nelle vicinanze della cava Bagnoli. E' altresì possibile raggiungere la vetta del Sella ignorando il traverso e proseguendo per facile ma sprotetta cresta aggiungendo però altri 150 metri buoni alla salita (fix su un masso del culmine). Che si venga dalla vetta o dalla cava si recepisce sempre agilmente il sentiero CAI n.160 che porta per ripidi pendii fino alla Focola del  Vento e al bivio dell'Acqua, già prima menzionato, dal quale si può risalire al rifugio per il 164 o scendere a Resceto per il 165. In ambedue i casi circa 120'.

 Ambiente

  La via segue il suddetto canale per appena due lunghezze di corda condividendo l'attacco dell'ardita via "dei Falchi" aperta da F. Baldini, E. Balloni, W. Bertelloni, U. Bonini e M. Conti il 4 ottobre 1973 che a differenza affrontava il primo tiro tenendosi più facilmente sulla sinistra e rotta parte del colatoio (vedi guida Nerli). Già dal terzo tiro l'abbandona a destra staccandosi verso la grande parete, spallone della propaggine ovest del monte Sella che degrada dalla vetta con una tagliente cresta verso Massa e il mare. La parete dal canale si erge per almeno 700 metri, apparendo dal basso articolatissima, repulsiva e maestosa. Va precisato che la marmorea roccia si presenta generalmente rotta o molto rotta, ma la salita si sviluppa anche su tratti compatti con passaggi articolati e vari che regalano un'arrampicata di rara bellezza. L'ambiente risulta comunque severo ed esiste il rischio di scariche di sassi dall'alto; è' noto che in vetta stazioni un branco di pecore. La  linea di salita scelta è abbastanza logica e segue il più possibile i tratti lavorati dall'acqua perciò più puliti e solidi. In apertura non si è sempre ricercato semplicità e praticità; alcuni tiri sono stati affrontati con gusto prettamente estetico. I 6 tiri chiodati dall'alto seguono lo stesso criterio cercando di evitare le parti più rotte del pilastro terminale. In estate sole dalla tarda mattinata fino a tarda sera. Dopo forti piogge la roccia si asciuga velocemente tranne che per le lunghezze 18, 17 e 16 che permangono bagnate per un giorno almeno. Copertura per i cellulari praticamente totale.

Materiale consigliato

  Hydra è una di via di montagna, quindi si consiglia di portare molti cordini e almeno 13-14 rinvii alcuni dei quali lunghi o molto lunghi. Una serie di dadi e una di friends preferendo le misure piccole e medie, 2 mezze corde da 60 metri (meglio se da 70); consigliati chiodi e martello e tutto il necessario per un' eventuale calata. I primi 14 tiri della salita, aperti dal basso, hanno le soste allestite (senza catene) usando spit da 8 mm e piastrine in acciaio, come anche in via oltre all'abbondante uso di chiodi classici. I 6 tiri finali ridondano di protezioni a fixes 10mm in acciaio sia alle soste che ai tiri dove comunque non mancano chiodi classici, spit 8mm e distanza tra protezioni. Le assicurazioni veloci, con dadi e friends, sono difficilmente localizzabili ma comunque possibili. Tutti i tiri si attestano sui 25-40 metri di lunghezza massimi permettendo così una ritirata abbastanza agevole da qualunque punto di sosta (in apertura ci siamo calati pressocchè da ognuna di esse). In caso di ritiro si faccia molta attenzione al recupero delle corde data la grande quantità di sassi smossi in parete. E' accertato che calandosi non sia sempre possibile saltare alcune soste; ad esempio dalla sosta 11 alla 9, 60 metri di corda non sono sufficienti per appena 4-5 metri. Nei primi 14 tiri la via è chiodata all'essenziale, di gran lunga in stile classico e spesso in modo estremamente precario e in generale con molti passi obbligatori. I tratti più difficili sono abbastanza chiodati permettendo di salire in A0 e A1 ma non sempre in maniera sistematica. Nei 6 tiri terminali invece la chiodatura generosa a fixes abbatte l'obbligatorio e innalza in parte la sicurezza in caso di volo. Per indicare il rischio complessivo, usando la scala inerente, indicherei almeno un RS3/RS3+ e IV per l'impegno globale, data la distanza della parete dai centri abitati, l'ambiente severo, la chiodatura precaria e lo sviluppo notevole. Le difficoltà sono in genere discontinue e concentrate spesso in pochi metri, ma non mancano tiri ostici per tutta la loro interezza. Lo stile di salita richiesto è prevalentemente tecnico e non atletico. L' arrampicata su marmo spesso friabile, liscio o scivoloso rappresenta un caso a sé stante e racchiude insieme molte delle caratteristiche del granito o del calcare, offrendo spesso buone maniglie, avvolte marce reglettes, bordi cotti, diedri, placche d'aderenza, fessure cieche, tetti e rotto di ogni genere in un tutt'uno che richiede tatto e grande esperienza. I gradi quindi necessiteranno di essere rivisti in base alla benvenuta opinione dei ripetitori. Ribadiamo che alcuni tiri sono chiodati lunghi e spesso precariamente su roccia pessima (come ad esempio L3, L10, L12 e L16). Abbiamo spesso pensato di riattrezzarla completamente ma gli impegni del rifugio lo hanno impedito senza trascurare l'opera ciclopica che richiederebbe trasportare trapano, batterie e il resto del materiale su una via come questa posta in una posizione così inagevole. Crediamo inoltre che l'etica che abbiamo adottato nell'apertura (almeno nei primi 14 tiri) caratterizzata dove possibile dall'ampio uso di chiodi classici e protezioni veloci con ricorso agli spit (piantati a mano e spesso in equilibrio) per soste e punti altrimenti improteggibili debba essere rispettato lasciando la via come è stata affrontata e quindi interpretata dai suoi apritori.

 

       

 Panoramica

 Particolare

 Schema

 Tracciato


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RELAZIONE DEI TIRI (da leggere ATTENTAMENTE)

Tutti i riferimenti a “destra” e “sinistra” si intendono con faccia a monte.

 L1, 25m, 6c,  4 spit e 3 chiodi
 Si attacca direttamente il canale di roccia ottima ma scivolosa dapprima salendo la balza di sinistra dalla quale si traversa verso destra con grandi difficoltà sull'invaso scolpito dall'acqua (chiodo a lama precario e spit). Si sfrutta la conca apertissima con grandi spaccate e si vince l'iniziale levigata e ripida rampa (6c) solcata da una minima fessura che più in alto permette una più facile dulfer (VI) e infine termina in un diedro camino (V) fino all'uscita su di un piano dove a sinistra è posta la sosta in agevolissima posizione.

L2, 30m, II+
 Si prosegue nel canale affrontando due facili salti sino ad un grande atrio ovale che ospita sulla destra la sosta.

L3, 30m, V, 4 chiodi
 Il tiro più rotto. Si sale direttamente sopra la sosta per tre metri proseguendo poi in diagonale sinistra sfruttando un comodo ma rottissimo scivolo fessurato. Al terzo chiodo (l'unico veramente buono) si aggira traversando decisamente verso destra per tre metri con grande perizia e circospezione (V). Infine si prosegue dritto tra discreti sfasciumi fino ad un chiodo e poi alla sosta.

L4, 30m, V+, 4 spit e 3 chiodi
 Si sale in diagonale sinistra per almeno 10 metri trovando due chiodi fino ad un liscio canale che sale verso destra (spit). Si ignora il canale montando la placca sinistra sormontata da un breve tetto. Si sale la ben chiodata placca con elegantissima arrampicata obliquando verso sinistra fino al tetto che si supera con un deciso balzo felino guadagnando la comoda cengia superiore (V+, vari spit e chiodo). Si prosegue almeno per sei metri senza protezioni fino alla sosta detta del "Leoncino da cancello" a causa di un blocco ad esso somigliante posto sopra un muro di contenimento di un antico saggio di cava posto sulla sua verticale.

L5, 30m, II+, 1 chiodo
 Si sale attenti obliquando leggermente a sinistra fino ad un precario chiodo rosso. Dal chiodo si prende a dritto puntando le placche alte di roccia buona. Per grandi sfasciumi si guadagna infine la sosta.

L6, 30m, II+, 1 chiodo
 Dalla sosta si traversa a sinistra mantenendosi in quota, sempre camminando su sfasciumi fino ad un visibile canaletto bianco (chiodo a lama) che vinto facilmente porta ad un comodo punto di sosta. E' altresì possibile unire i due tiri puntando verso il piccolo alberello posto alcuni metri sotto la quinta sosta (mezze corde da 70, altrimenti un tratto in conserva). Fino all'albero sono stati lasciati altri 2 chiodi però difficilmente reperibili.

L7,  30m, 6a, 2 spit e 3 chiodi
 Dalla sosta si prosegue per il canaletto bianco ascendente a sinistra fino ad una specie di vasto atrio che ospita delle belle e geometriche fasce rocciose. Si attacca il diedro dapprima facilmente, poi molto difficilmente e con atletica arrampicata in opposizione si salgono le evidenti nette striature rocciose. Si prosegue così per almeno dieci metri su roccia stavolta ottima trovando due chiodi ed uno spit. Dallo spit si tende a destra traversando con grande attenzione ed equilibrio verso la sosta su di un comodo pulpito, ottimo punto fotografico.

L8, 30m, 6a+, 2 spit e 5 chiodi
 Si traversa a sinistra imboccando il canale e si prosegue verso destra fino ad un buon chiodo (da sotto non visibile) che si lascia ancora verso destra fino ad una lama (friend medio). Si lascia la lama traversando verso sinistra fino allo spit. Da qui su roccia molto precaria ed erba si traversa in diagonale sinistro fino ad un piccolo aggetto (chiodo e spit ravvicinati). Si attacca con fermezza e decisione l'aggetto cercandone di impugnare la lama sovrastante e con discreta difficoltà si monta il terrazzino (chiodo a lama). Da qui sempre dritto su roccia bianchissima ben ammanigliata si sale per almeno 15 metri (spuntone e due chiodi) fino ad una scomoda sosta appesa, detta "Del frullatore".

L9, 30m, III+, 1 chiodo
 Si abbandona volentieri la sosta obliquamente a destra guadagnando il facile canale colatoio dell'acqua che salendo per 25 metri, sempre in diagonale verso destra, porta  ad un comodo punto di sosta.

L10, 35m, V+, 1 spit e 4 chiodi
 Dalla sosta si montano le placche appoggiate di sinistra e si  prosegue poi leggermente verso destra ancora per il canale tra sfasciumi e roccia precaria. Si deve qui individuare un' appena accennata rampa ascendente destra parallela al canale che solca delle placche di roccia pessima. Si imbocca la rampa (chiodi) che si segue per almeno 5 metri tagliando infine decisi a sinistra su roccia da incubo, erbosa e infida (spit e chiodi ravvicinati) fino alla sosta posta su un'ottima pancia di placche verticali da cui è ben visibile anche il rifugio Conti.

L11, 35m, 6b+, 4 spit e 3 chiodi
 Dalla sosta si traversa un metro a destra e si attacca decisi la verticale fessura inizialmente ben ammanigliata ma poi completamente cieca. Il primo chiodo è inutilizzabile ma può essere d'aiuto infilarvi il cavo di un dado. Con grande sforzo si prosegue in eleganza con un'appena accennata dulfer su esili appoggi (6b+) fino a guadagnare l'altissimo buon appiglio risolutore (chiodo a U). Da lì con difficoltà varie, ma minori, si punta sin sotto ad uno sporgente  pilastrino che si monta a sinistra e si aggira subito verso destra (chiodo e spit). Più agevolmente si vincono le due rampe di roccia friabile verso sinistra (due spit) e infine si sale obliqui destri su sfasciumi fino ad un canalone colatoio che superato ospita la sosta posta quasi a quota rifugio (1443 m. s.l.m. ca.).

L12, 40m, V+, 5 chiodi
 Si prosegue verso sinistra imboccando il canale. Dopo alcuni metri facili si attacca il salto ripido fino ad un terrazzino (2 chiodi) dove è visibile una grotta con clessidra perfetta per un bivacco fortuito. Si prende a destra e si rientra nel canale camino che si risale per dieci metri (3 chiodi) fino ad un altro atrio appoggiato che si supera sempre a dritto con un passo in forte spaccata. Si prosegue ancora lungamente nel canale fino alla sosta posta sulla sinistra.

L13, 30m, 6a, 3 spit, 7 chiodi
 Seguono ora due tiri splendidi ma molto esposti, tecnici e continui. Dalla sosta si riguadagna la parete scendendo un metro e passando il canale. Inizialmente si procede traversando verso destra e poi proseguendo obliquamente sempre a destra su roccia molto precaria e terra per almeno una dozzina di metri (V, 6 chiodi). Si traversa a destra imboccando una rampa arrampicando prevalentemente in aderenza. Le difficoltà sono concentrate tra il secondo e il terzo spit dove la roccia si fa molto liscia e avida di appigli (6a). Dal terzo spit si raggiunge facilmente l'ultimo chiodo posto due metri sotto la scomoda sosta appesa.

L14, 25m, 6b, 3 spit, 5 chiodi
 Ci si alza dalla sosta verso destra (spit). Si guadagna un esiguo pulpito e si comincia un panoramico traverso di quattro metri a destra trovando due chiodi e infine uno spit (V+). Dallo spit si prosegue sempre in verticale su di un tratto piuttosto sostenuto ma abbastanza chiodato di una quindicina di metri. La roccia appare buona ma avidissima di maniglie ed obbliga a passi in aderenza ed opposizione piuttosto difficoltosi per almeno 10 metri (2 chiodi ed uno spit, 6b). La terminante placconata (6a, spit precario e chiodo a campanella) con maniglie nette ma distanti porta alla sosta.

L15, 25m, 6b, 10 fixes
 Primo dei sei tiri aperti dall'alto. Di qui la chiodatura si fa più generosa ed abbonda di fixes 10mm. Si raggiunge l'evidente fessura sulla sinistra della sosta e si attacca il sovrastante e ripido muro dalla roccia stupenda, prima da sinistra e poi in traverso verso destra fino ad uscirne delicatamente in prossimità di un grande masso appoggiato che fa da volta (6b continuo, 7 fixes). Si prosegue molto più facilmente per divertenti placche fino alla sosta (V+, 3 fixes). Tiro stupendo.

L16, 35m, VI+, 9 fixes
 Si traversa a destra imboccando un canale a tratti ricco di vegetazione. Si prosegue sulla verticale con attenzione a causa della roccia rotta e malsicura fino ad un invaso che si lascia in diagonale destra fino alla sosta posta in posizione riparata (9 fixes a tratti distanti).

L17, 30m, 6a+, 8 fixes, 2 spit e 2 chiodi
 Si abbandona la sosta a sinistra proseguendo brevemente in un diedro che si lascia immediatamente, ancora a sinistra, verso una placca appoggiata. Si traversa così per una decina di metri (2 chiodi gialli) fino ad un fix che agevola l'uscita su di un pendio erboso. Ancora a sinistra verso una ripida e marcia fessura che con difficoltà porta (traversando infine a destra) ad un terrazzino che ospita la sosta.

L18, 30m, 6b continuo, 10 fixes, 2 spit, 1 chiodo
 Si segue la chiodatura verso sinistra (due spit) e si imbocca un aperto ma ben protetto diedro fessurato che porta ad un punto di riposo (chiodo) dal quale si prosegue verso destra e poi dritti fino ad una lama malsicura. Di qui si traversa sullo sporco a sinistra e poi dritti su un canalino terroso (tratto molto chiodato che agevola l'A0) fino alla sosta, detta "del Corvaccio" in onore in realtà di un curioso gracchio che prese in simpatia Mauro ma sopratutto la sua folta chioma.

L19, 30m, V, 2 fixes, 4 spit e 1 chiodo
 Tiro molto rotto. Si segue la cengia verso sinistra e si vince a dritto la placca friabile di V (2 spit). Di lì si prosegue in traverso a sinistra montando delle lastre appoggiate (chiodi e spit) fino ad un tratto sull'erba che si ascende obliquamente puntando al culmine della cresta che ospita la sosta (alcuni fix su rocce affioranti).

L20, 60m, III, 3 spit e 2 chiodi
 Si sale per un tratto la cresta fino ad un piccolo masso appoggiato e si traversa lungamente verso destra sotto una pancia di roccia rotta che ospita alcuni spit e chiodi tinti di giallo difficili da trovare. Si prosegue fino ad un passo più delicato e infine camminando in leggera discesa si trova su una placca appoggiata l'ultima sosta con libro di via. Per uscire si punta verso Cava Bagnoli da cui si diparte un sentierino nel ravaneto in prossimità di una vasca scolpita in un blocco di marmo. Lasciato il ravaneto si trovano infine i segni del sentiero CAI n 160 che porta per ripidi pendii fino a Resceto.

 Eventualmente è possibile raggiungere il Sella proseguendo dalla sosta 19, non traversando quindi a destra, per facile ma sprotetta cresta fino al colletto (fix su un masso terminale) ubicato pochi metri a nord della vetta aggiungendo così altri 150 metri di sviluppo. 

 Corde doppie
 Pur ribadendo che le doppie sono caldamente sconsigliate le indichiamo come siamo stati in grado di farle in apertura e rappresentano per la conformazione della via quelle più sicure per tempi e sicurezza nel ritiro della corde. Nei casi in cui è indicato il rischio nel recupero ciò è dovuto alla posizione centrata della sosta di arrivo rispetto a quella di partenza. I cordini rossastri presenti alle soste sono stati lasciati per le calate a giugno 2006. Si sconsiglia di farne affidamento.

S20 -> S19, 60m. E' possibile solo arrampicando in traverso e poi in discesa.
S19 -> S18, 30m. Doppia in traverso verso destra. Il primo deve passare le protezioni.
S18 -> S16, 60m. Attenzione durante il recupero delle corde.
S16 -> S14, 60m. Attenzione durante il recupero delle corde.
S14 -> S12, 50m. Decentrata a sinistra.
S12 -> S11, 40m. Decentrata a destra.
S11 -> S10, 35m. Attenzione durante il recupero delle corde.
S10 -> S9, 35m. Attenzione durante il recupero delle corde.

E' possibile un S11->S9 ma solo con mezze corde da 70m!

S9 -> S7, 60m, Attenzione durante il recupero delle corde.
S7 -> S5, 60m. Dopo la prima parte in discesa si traversa camminando a destra.
S5 -> S3, 60m. Attenzione durante il recupero delle corde.
S3 -> S2, 30m. Attenzione durante il recupero delle corde.
S2 -> terra, 60m. Decentrata a destra.

Links utili: rifugionelloconti.it>>
Tutte le foto (ad altissima risoluzione, richiesta adsl), sito degli apritori >>

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