DESCRIZIONE GENERALE: Sviluppo della via: 500 m. Tempo di percorrenza dei primi salitori: ore 5½. Difficoltà: TD-, con passaggi di V e V+. Impegno: III. Proteggibilità: R2 (in parete non sono state lasciate protezioni, in quanto la via non presenta passaggi obbligati ed è sempre ben proteggibile). Materiale: due corde da 60 m, cordini, 10 rinvii, nuts, microfrends e frends fino al 3 BD, martello e chiodi.
Premessa L’’ambiente della parete sud del monte Altissimo è severo per le sue dimensioni e grandioso, affacciato sul mare. Nelle giornate limpide la vista spazia sulle e isole dell’arcipelago toscano e sulla Corsica. La salita avviene quasi integralmente sul filo dello spigolo destro del Pilastro centrale della parete sud. NB: La via si sviluppa su un tipico terreno alpinistico apuano. Questo implica grande attenzione alla presenza di pietre smosse e di eventuali tratti di roccia rotta, specialmente nei tiri più facili. Dunque la concentrazione va sempre mantenuta elevata.
Accesso Dalla località Le Gobbie (m. 1030) si prende il sentiero CAI con segnavia 33 e lo si segue fino al Passo degli Uncini (m. 1400), che si attraversa in direzione sud (verso il mare), scendendo fino a perdere circa 300 metri di quota lungo un sentiero di collegamento (EE: ben segnalato ma da percorrere con attenzione) fino a immettersi nel sentiero CAI 32, che dalla Polla sale fino ad attraversare un buon tratto della parete sud dell’Altissimo prima di guadagnarne la cima. Si prosegue verso sinistra (faccia a valle) e con percorso assistito da cavi metallici (EEA) si giunge alla base del Pilastro centrale dell’Altissimo. Ci si ferma proprio al termine dei cavi, appena prima della vecchia Cava della Tela, che si presenta alla vista come un anfiteatro di roccia (circa 100’).
Relazione La prima lunghezza percorre per 60 metri la cresta del pilastro. La seconda sale in obliquo verso destra per portarsi alla base di una evidente placconata di marmo, situata all’interno di un grande bacino collettore (III). La sezione centrale della via (tiri dal terzo al settimo) presenta le maggiori difficoltà (TD, max 5°+) e al tempo stesso le maggiori soddisfazioni. La roccia ha natura tipicamente apuana ma ha l’ottima solidità del marmo statuario: mentre si sale occorre dunque porre attenzione e al tempo stesso godersi ambiente e roccia. L’ultima sezione della via (lunghezze 8-11) inizia dopo che al settimo tiro si è superato verso destra lo spigolo che delimita il bacino. Queste lunghezze presentano difficoltà molto contenute (generalmente di II e III grado, con qualche passaggio poco più impegnativo) e termina esattamente alla croce di vetta (m. 1589).
Discesa Dalla vetta si prende la cresta ovest (verso sinistra) che riporta al Passo degli Uncini (fare attenzione, soprattutto nella parte iniziale: il sentiero è ben segnato ma la cresta è affilata e scoscesa). Qui giunti si ripercorre il sentiero 33 che riconduce alle Gobbie (2 ore circa).
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