A proposito di Sicurezza in Montagna
Argomento: Alpinismo Data: 11/8/2009

in foto, il Monte Altissimo
| A gennaio di quest'anno avevamo scritto un articolo (leggi>>) riguardo gli incidenti in montagna. In quell'articolo si parlava di "chiudere le montagne" perché, purtroppo, ogni tanto qualcuno rimane vittima di una fatalità. Avevamo in seguito e in varie sedi paragonato questa affermazione al dover chiudere pure le strade, le autostrade, il mare, vietare di andare in bicicletta, etc., i paragoni potrebbero andare all'infinito. In questi giorni, dopo la tragica caduta avvenuta ai tre alpinisti di Pistoia di cui parliamo con il massimo rispetto e cordoglio, si leggono sui giornali, anche via internet, enormità e grossolanità del tutto approssimative. Articoli per i quali si capisce soltanto che bisogna riempire immediatamente le pagine dei giornali, nei quali si parla addirittura di gradi di difficoltà messi alla rinfusa, facendo dichiarazioni errate su quanto sia pericolosa la montagna. La montagna è pericolosa, certo, soprattutto se si è inesperti, se manca esperienza, se si affrontano le cose con poca umiltà e se non si sà di quel che si parla (ma questo vale per tutte le cose della vita). Quali esperti di montagna potremmo scrivere, noi della redazione di Toscoclimb, un articolo a riguardo ma preferiamo essere portatori di riflessioni piuttosto che di alcune affermazioni; per queste ultime lasciamo spazio in seguito alle parole di un massimo esperto di montagna, Roberto Vigiani, Istruttore delle Guide Alpine, profondo conoscitore delle Alpi Apuane.
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 | In merito al tragico episodio avvenuto sulle Alpi Apuane sabato 8 agosto vorrei esprime il mio massimo cordoglio per gli alpinisti periti, per le loro famiglie, i loro amici. Sono un Istruttore Nazionale delle Guide Alpine, mi chiamo Roberto Vigiani: di solito rimango sempre in disparte rispetto alle bagarre, soprattutto quelle via stampa o TV, dove la frase tipo “montagna assassina” è quasi la regola.
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Questa volta però, forse proprio perche le Alpi Apuane sono le montagne dove ho mosso i miei primi passi in montagna e dove svolgo la gran parte della mia professione da Guida Alpina, non riesco a rimanere indifferente a tanta ennesima superficialità, sopratutto per doveroso rispetto alle tre povere vittime Pistoiesi. Il mio disappunto è rivolto in primo luogo al giornalista, Alberto Sacchetti, evidentemente non competente in materia alpinistica (ma forse neppure giornalistica, dato che un buon cronista prima di scrivere s’informa). A pagina 7 della Nazione del 10 agosto scrive: “In cordata la caduta di un alpinista significa la caduta di tutti.” Subito viene da chiedersi a che cosa servono corde, moschettoni ed imbracature: sarebbe più semplice, sicuro ed economico andare liberi in compagnia se il risultato è quello di cadere tutti: in questo caso infatti la caduta di uno non significherebbe la caduta di tutti. Come si può ben vedere dalla mia foto le corde tengono, se usate bene e se gli ancoraggi sono saldi. Non ho la presunzione di sapere come sia avvenuto tale incidente e mi pare che neppure i membri del Soccorso Alpino si siano ancora dichiarati. Quindi, tale affermazione risulta ancora più effimera; Mi chiedo poi come il Vice - capostazione del Soccorso Alpino di Massa, Michele Matelli, dalla sua “posizione” possa fare dichiarazioni così vaghe quali “Sono sicuro che le hanno affrontate nel modo giusto” (non mi pare questo il luogo per dare spazio a spiegazioni tecniche che il sig Matelli sicuramente conosce) oppure “purtroppo ne sono morte tante di guide alpine in questo periodo” (facendo una dichiarazione molto vaga e in questo caso fuori luogo dato che nessuna delle vittime era Guida Alpina e tantomeno ne era coinvolta alcuna come accompagnamento!) o ancora “Bisogna essere preparati, cioè aver seguito corsi di arrampicata e ben attrezzati”. Per questi ultimi due punti in cui mi sento chiamato direttamente in causa ci tengo a precisare:
| • quando si parla di morti, per rispetto, è bene non essere così vaghi e per quello che è di mia conoscenza solamente pochissimi incidenti in montagna vedono coinvolte Guide Alpine durante lo svolgimento della loro professione! Certo può succedere, anche le Guide Alpine sono esseri umani che possono sbagliare, ma la severa preparazione a cui vengono sottoposte durante la loro formazione le porta, prima di tutto, a garantire la massima sicurezza possibile a chi si affida a loro. • Seguire un corso di arrampicata e essere ben attrezzati non significa necessariamente saper andare in montagna. Esistono una moltitudine di associazioni volontaristiche che svolgono corsi di arrampicata Low Cost e nonostante alcune siano anche valide, non assicurano in molti casi una sufficiente formazione per affrontare le insidie dell’alpinismo. L’arrampicata Sportiva, conosciuta dai più come free climbing o arrampicata a “mani nude” è solo una piccola parte di quello che è il vastissimo mondo della montagna per cui non è sufficiente aver frequentato un corso per affrontare salite alpinistiche!
| A questo punto qualcuno dirà che sfrutto l’occasione macabra per fare pubblicità ma credo che sia doveroso ogni tanto fare chiarezza a questa “montagna” di superficialità che i media ci vomitano addosso ogni volta che si parla di Montagna: le Guide Alpine sono le uniche figure professioniste riconosciute dalla legge dello stato Italiano abilitate all’accompagnamento e all’insegnamento dell’alpinismo svolto in tutte le sue forme, da questo anche il titolo di Maestro di Alpinismo. Le Guide Alpine si distinguono dallo stemma internazionale dell’UIAGM (Unione Internazionale Delle Guide di Montagna). L’appartenenza a quest’associazione garantisce di avere a che fare con dei professionisti che hanno superato dei moduli di formazione standard, severi e approvati a livello internazionale così da garantire a loro e ai loro clienti la massima sicurezza in Montagna in ogni situazione. Il recente ed avanguardistico atto del Comune di Portovenere di delegare all’Associazione Blu verticale, associazione che si avvale appunto di GUIDE ALPINE ed esperti del Soccorso Alpino (dimostrando che anche qui una collaborazione tra professionisti e volontari è possibile e funzionale per il bene di tutti), dovrebbe essere preso d’esempio per parlare di montagna anche in occasioni meno tragiche che la morte di qualche alpinista. A mia conoscenza è la prima volta almeno nel territorio Ligure Toscano che un’amministrazione comunale si rivolge a dei veri professionisti per curare i beni alpinistici del proprio territorio In Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e altre regioni lo scenario è diametralmente opposto e la collaborazione tra Amministrazioni locali, Volontari e Guide Alpine è a 360°.
Non mi dilungo oltre, in questo terribile momento, a chi volesse saperne di più basterà un semplice clic su internet per conoscere a fondo chi sono le Guide Alpine. Con grande cordoglio per Leonardo Saverio e Alessandro Guida Alpina Roberto Vigiani
La Spezia, 10 agosto 2009
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tOSCOCLIMB tiene infine A FAR PRESENTE che i volontari del Soccorso Alpino della stazione di Massa, persone che conosciamo bene e alle quali va la nostra sincera solidarietà, sono intervenuti dalle 21,00 alle 13,00 del giorno dopo nella speranza di salvare gli alpinisti precipitati. Tuttavia non possiamo fare a meno di rimarcare che in Toscana ancora, e a differenza delle Regioni in cui la Montagna è cultura, nel Soccorso Alpino non è presente alcuna Guida Alpina anche se ben presente sul territorio.
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