Ai vecchi padroni dell'orto
(Editoriale di Pareti, maggio 2000)

 

Un editoriale autocelebrativo è sempre una tentazione, figuratevi: si nasce indipendenti dalle lobbies consolidate dell'ambiente alpinistico, si prosegue tirando dritto con passione, senza guardare in faccia a nessuno e poi ci si ritrova, quasi quattro anni dopo, a detenere la leadership incontestabile nel campo del "tecnico" di montagna e di arrampicata, con una rivista che viene letta da tutti e con un sito internet che totalizza ormai 6000 accessi giornalieri. Per non parlare delle 1200 copie di "Train!!" fumate via in due mesi... Una bella soddisfazione, non credete?

Logico che siamo contentissimi, logico che ci venga da dire che il nostro motto, "l'arrampicata agli arrampicatori", ci ha portato lontano e ci toglierà ancora molte soddisfazioni.

Una recente di queste è il vedere finalmente riconosciuta, in modo incontestabile e ufficiale, tutta l'amara verità che avevamo a suo tempo scritto a proposito delle azioni della dirigenza FASI.

Dopo essere stati insultati dagli organi di stampa federali, dopo essere stati accusati di menzogna e volgarità per ciò che avevamo messo nero su bianco, il CONI, guardacaso, ha commissariato la federazione e spedito a casa tutti i dirigenti.

Presidente Mellano compreso, ovviamente, licenziato con la buonuscita delle dimissioni di facciata, che lo spolvero dell'intonaco, in certi casi, conta più dell'esplosione interna dei muri, è un classico di tutti i fine carriera.

E ha nominato un commissario (Paolo Merli), incaricato di bonificare le irregolarità e di traghettare la FASI a nuove elezioni. Questa volta speriamo libere e senza la possibilità di annullare i risultati "antipatici".

A cosa sono serviti tutti i trucchi, i cavilli, le radiazioni, le intimidazioni di questi due anni se non a rallentare un inevitabile processo di rinnovamento e purificazione? A niente, solo tempo perso. Comunque, viene da pensare che la nostra incapacità di accettare compromessi, che la nostra inattitudine alle posizioni di comodo sia davvero una cosa bella, non una romantica ma sfigata icona del beautiful loser, del magnifico perdente.

Ma il sintomo più grave dei danni procurati da questi "dirigenti" è proprio il fatto stesso che la maggior parte di voi, affezionati lettori, si chieda papale papale: "ma perché questi di Pareti tirano in ballo così spesso questa FASI?".

E’ proprio nel non capire la radice del problema che risiede lo specchio di tutto quello che avrebbero dovuto fare e non hanno fatto. In Francia è normale leggere sulle placchette delle vie la scritta FFME, in Italia è normale che gli imbecilli spadroneggino e continuino a saccheggiare le falesie come Norma, Pennadomo, Candalla. In Francia ogni scuoletta ha un muro d'arrampicata in Italia l'intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione e FASI prevede il "Gioco Arrampicata" ovvero l'arrampicata non arrampicata sulle spalliere, i giochi a ruba-rinvio e altre perle di adattamento alla mancanza di materia prima.... In Francia, in Germania, in Austria, in Slovenia la tele passa le gare, in Italia passa solo i morti per il crudele rapporto tra montagna e alpinisti. Insomma, da noi manca "la cultura" della verticale, perché i responsabili dell'orto non hanno mai innaffiato il giardino. E la crescita non è stata aiutata, lasciatecelo dire, da quelle riviste "specializzate" che per 10 anni hanno parlato di santuari, acque minerali e mountaín bike, vendendo comunque spazi pubblicitari ai produttori di corde, scarpette e quant'altro.

Ma la passione ha bisogno di immagini, di sogni e di proposte di sogni, signori.

Non la puoi trasmettere se non sei un appassionato a tua volta, se non pratichi, se non sei uno dei tuoi lettori.

Quanti praticanti, arrampicatori e/o alpinisti si sono dispersi in tutti questi anni? Quante potenzialità sono andate perdute?

Domanda da parecchi milioni, che anche gli operatori commerciali avrebbero dovuto porsi tanto tempo fa, prima di lamentare il calo delle vendite dei prodotti specializzati. Nella nostra nicchia di mondo, attenzione, le vendite non seguono l'inflazione e il costo della vita: se calano è perché calano i praticanti. E i praticanti calano perché nessuno li aiuta, nessuno li stimola a trovare riferimenti che tengano viva la loro passione...

Pareti è impegnata in un'opera di ricostruzione di questo mondo, non ve lo nascondiamo: vogliamo che nelle nostre pagine possano specchiarsi tutti coloro che nella verticale, qualsiasi tipo di verticale, cercano non solo un divertente passatempo, ma anche un bel modo di prendere la vita; con la speranza che il tempo convinca a dedicarsi ad altri cimenti tutti coloro che, a diversi livelli e in diversi modi, hanno parassitato allegramente i "posti che contano", posti da riservare invece a chi la roccia la vive, la tasta sotto alle dita, ne ha fatto uno stile.

Chi non ha passione, per cortesia, accomodarsi fuori.

Dalla passione pura nasce allora questo densissimo numero di un bell'ottantone di pagine, con poche chiacchiere e tanto sugo, nello stile Pareti più esasperato. Speriamo lo gustiate. Noi, a forza di curarlo, limarlo, perfezionarlo, è meglio che ci prendiamo una bella vacanza sugli appigli e lo affidiamo alle edicole....

Andrea Gennari Daneri
(Parma, 20 maggio 2000)