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Un giorno alle rocchette (da non ripetere)
Argomento: Scritto da voi Data: 29/8/2007

UN GIORNO ALLE ROCCHETTE (DA NON RIPETERE)
di Roberto Bagnoli
Data: sabato 25 agosto 2007, Crag: le rocchette (Lucca), Compagni di scalata: robi e fabrizio, Via: rumore (7c/+)



Antefatto: la scorsa settimana vado alle rocchette con robi (il centurione) e nel calarsi da un 6c di riscaldamento (settore di Towanda) notiamo un'evidente placca liscia variante di partenza di questo tiro.. robi si ricorda che questa via si chiama "rumore" e che a sua memoria l'ha salita solo Cristiano Virgilio diversi anni fa e ritiene che non l'abbia ripetuta nessuno da allora (sabato c'era anche Patrizio Buricchi, local delle rocchette che ci dice di non averla mai provata e non sa chi l'abbia potuta fare). Sono 5 rinvii di cui i primi 2 su facile appoggio, poi parte una sequenza di chiusure su tacchette.. scendo e la osservo.. anche robi la guarda.. non capiamo come sia possibile che da una tacchetta rovescia di destro si possa arrivare alla presa di uscita che è molto molto alta e girata dalla parte sbagliata.. non ci sono altre soluzioni che allargarsi con la sinistra al bordo (questa via costeggia uno spigolo), ma sul bordo guardiamo a fondo e non troviamo nessuna presa! Tastando bene riteniamo che l'unica presa è la "non presa" cioè questo bordo da tenere completamente a mano aperta e da pulire a fondo per via della polvere e dei residui di sporco accumulatasi negli anni. Inoltre il nome della via ci suggerisce che il "rumore" possa essere lo schiaffo da dare a questo bordo.. un vero e proprio passo di blocco a tutti gli effetti! Ad ogni modo all'apparenza ci sembra davvero dura soprattutto tenere questo gran piatto e da qui chiudere e lanciare decisi alla tacca di uscita, che presa di destro è proprio perfetta.

Torniamo a sabato: ok arrivo convinto sotto il settore di rumore e mi dico che oggi è questa la via che voglio fare! dunque facciamo il 6c di riscaldo e passiamo i rinvii sul progetto.

Primo giro: parto ovviamente con l'idea di arrivare più su possibile e non per osservarla passo passo, come sarebbe buona regola.. ma in fondo il duro sono solo 3 rinvii.. vista "dal basso" cioè da sotto, le prese sembrano davvero ancora più lontane di quando ci siamo calati prima.. inizio a chiudere sbuffando, ci sono dei movimenti da rivedere ma risolvo lo stesso e arrivo ad allargarmi al famoso piatto.. mi faccio bloccare. Sono basso, la presa di uscita è davvero lontana, non sento il piatto in mano, ma è proprio qui l'errore: la presa non c'è, c'è solo una lievissimo avvallamento, non ci si deve concentrare su cosa si sta tenendo ma si deve solo pensare al lancio ed alla presa di arrivo, sennò è la fine. Mi fermo, guardo bene, segno con la magnesite dove è meglio tenere il piatto, ma è inutile tanto non si vede perché rimane dietro al bordo.. già, oltretutto la presunta presa, è cieca, dunque altra difficoltà in più.. il movimento va sentito mentalmente per indovinare il punto giusto.. scopro anche un intermedio più basso sul bordo, serve solo a sistemarsi, non so bene cosa, prima del piatto, però sembra servire. Ora siamo ad impostare il lancio, i piedi sono su appoggi buoni ma troppo bassi, e da qui non ci si può muovere, gambe troppo stese per spingere bene.. spazzolo per bene quelli che potrebbero essere degli appoggi e nel pulire compaiono in effetti delle sgommate.. trovato! C'è da salire con i piedi molto alti e il peso è molto sbilanciato dalla parte destra.. sarà un movimento difficile, il corpo è sbilanciato e in questa posizione devi tenere e lanciare.. provo, niente, tocco la presa ma la coordinazione è ancora grezza.. provo ancora e ancora.. presa!!! Agguanto la tacca di uscita con i piedi nel vuoto.. non mi pare vero, allora si può fare!! Grande gioia.. anche la ribaltatina è da stare attenti.. studio bene anche il sopra perché seppur facile è molto di equilibrio e se arrivo qui non posso fallire. Ok, scendo e pulisco bene tutto.

Secondo giro: ben riposato ritorno sul tiro. Rinviato il secondo parte la sequenza.. 6 movimenti, solo 6 movimenti da fare senza soluzione di continuità e con grande precisione. Dunque bidito buono di destro, su i piedi si va ad un evidente nasino di sinistro, su alti i piedi, chiusura a fine corsa, si moschetta e si arriva di destro a una tacchettina.. ci arrivo al limite a dita stese, poi si passa ad arcuarla per fissarla bene, mano piede e sinistra in un buchetto verticale, piede sinistro bello largo su appoggio discreto e moschettare.. la sequenza si fa più dura ora, c'è la tacca rovescia di destro che va portata bassa, lavoro di piedi per alzarli e per rimontare questa presa, non sono preciso, ma è un passo di forza. Ok, sinistra nella presa intermedia del bordo, poi dinamico alla cieca dietro.. la sento e non la sento, titubo, sposto la mano per sentirla meglio, perdo troppo tempo al momento di alzare i piedi per il lancio.. non ce n'è.. cado. Ero piuttosto fiducioso, ma mi rendo conto che è un tiro davvero *******, dove basta poco poco per fallire, mi innervosisco ma penso di avere ancora dei giri buoni prima che la pelle e la pura mi salutino. E' aleatorio, veramente aleatorio.. di sensazione pura, si può cadere quando si è sicuri di uscire e si può fare quando sembri spacciato.

Terzo giro: c'è solo una cosa da pensare.. non pensare, il piatto è così non si deve cincischiare ma tenerlo e schizzare via. La parte bassa la faccio bene, meglio direi, sono più preciso e più veloce, ho però problemi sul rovescio, va tenuto meglio possibile anche con un po' di pollice altrimenti non c'è forza per preparare il lancio, invece cerco inutilmente di ribadire, ad ogni modo sono al piatto, su il piede destro poi il sinistro, lancio e arrivo alla presa.. arrivo, ma non la tengo e cado di traverso e malamente..batto forte il tallone in parete e dico a robi di calarmi veloce che temo di essermi fatto male.. sono a terra, levo la scarpetta, controllo il piede.. non mi gonfia per fortuna, ma ad appoggiarlo in terra mi fa male, è sicuramente una forte contusione ma per fortuna niente di più. I compagni sono un po' preoccupati e mi chiedono se voglio andare via o no.. dico che possiamo rimanere così possono continuare a scalare ancora un po'.. si allontanano per andare a provare un tiro più in la, ed io rimango solo sotto il mio tiro.. a riflettere.

Passa un'oretta, nel frattempo con il nastro per le dita mi sono stretto il tallone facendolo passare sotto e dietro, a morsa, sembra una buona soluzione, ho tenuto il piede sempre sollevato e.. no, non sembra gonfio; comunque non lo appoggio, il dolore è sempre forte..
Certe volte non sappiamo bene perché si fanno certe cose, assurde se vogliamo, ma ho un sentimento di rivalsa che mi risuona dentro.. c'ero, c'ero veramente a un pelo, sono testardo non posso sopportare di non chiudere questa via oggi, così vicina.. così, seduto in terra con il piede appoggiato su un sasso, passo il tempo a pulire bene bene le scarpe con lo spazzolino e a rifargli la gomma.. da li è un attimo a provare a rinfilarmi la scarpetta.. entra bene, il nastro mi da sicurezza, effimera, quasi inutile da un punto di vista meccanico, ma mentalmente è così. Non provo neppure a fare due movimenti sulla parete appoggiata davanti a me.. quando tornano i compagni mi chiedono come va.. e seriamente rispondo: provo a fare un altro tentativo. Non so bene cosa abbiano pensato, non ricordo neppure se mi hanno detto qualcosa per farmici riflettere bene, non ricordo.. sentivo dentro solo determinazione. Prendo il capo della corda, faccio il consueto nodo, è da questo momento che si entra lentamente in un universo parallelo dove esisti solo te e la via.. il volume di sottofondo, quello della realtà di quelli che ti stanno intorno, inizia ad abbassarsi, in dissolvenza.. non ricordo pensieri particolari, uno solo si però e abbastanza chiaramente: "vietato ri-cadere".

Quarto giro: passo i primi due rinvii, mi fermo, mollo le mani sull'appoggiato, mi concentro sulla freschezza degli avambracci, necessaria per andare in catena.. respiro bene e penso solo a salire veloce e preciso, un ultimo respiro profondo precede la partenza, poi alzo lo sguardo e.. bidito destro, chiusura, sinistra nel nasino, moschetto, chiudo e tacca di destro, la arcuo bene, mano-piede e buco verticale di sinistro, spacco il sinistro largo, moschetto, il piede non da noia, comunque non ci penso e via, rovescino di destro, imposto bene e vai di sinistro largo, intermedio e poi piatto, veloce destro-sinistro coi piedi e boooom!! Sparo e tengo!! Ho la tacca in mano.. è bellissimo.

..con due grossi rami secchi, a mo' di stampelle, lascio la falesia per godermi il rientro da questa incredibile giornata. Grazie compagni!

RB






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