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Una giornata con Klemen Decan
Argomento: Scritto da voi Data: 14/10/2010

 E quella volta una domenica d’ottobre… (di Filippo Romoli)
“Klemen Becan fa a freddo La Befana (8a+) come prima via, poi passeggia su Scioccalacann e Gran Salamandro (era Linea Nigra, ma poco cambia, 8a+). Non voleva stancarsi perché diretto in Sardegna”.
Incuriosito ripenso agli appigli nascosti della Befana, e a quel primo giro avvilente che tutti dicono essere il prezzo da pagare per un tipo di scalata difficile che non si riesce mai a imparare davvero. Roba da pazzi. Gli alieni.
...(continua>>)


 Il giorno dopo un’email: paura e delirio a Candalla Alta.
Il terzo giorno, martedì, tutto tace.
Mercoledì (06/10/2010, ndr.), al parcheggio di Candalla, è difficile non notare un furgone con l’adesivo SLO e soprattutto la tenda appoggiata sull’asfalto accanto: la Sardegna può attendere, evidentemente.
Senza pudore ci accostiamo al ragazzo che torna dal sentiero di Candalla Alta con un sacchetto pieno di castagne: saranno la sua colazione, una volta arrostite in padella. Vogliamo favorire?
Lasciato ogni pudore, comincia l’interrogatorio, con l’allegro Massimiliano Merler che arriva con un ghigno più pronunciato del solito, gaudente per il modo in cui il ragazzo ha demolito dei miti alimentati per anni sulle nostre rocce. Gli dà la mano e gli fa i complimenti, poi inizia a guardarlo meglio. “Proprio la struttura giusta, e guarda i piedi. Chiedigli quanto pesa!”. Un briciolo di pudore stavolta mi trattiene dalla domanda impertinente, ma non dalla tentazione di fissare per il giorno successivo e di avere rassicurazioni su difficoltà e bellezza delle sue passeggiate. Il fatto che di Manco il Papa, “Fantastic 8b”, dica come prima cosa “big holds”, prese grosse, mi inquieta. Non è la prima cosa che mi viene in mente pensando a quella via. E neanche la seconda, mi fa notare Damians. Poi dice di essere interessato a tornare a Candalla Bassa. “I wanna climb 8c onsight”. Voglio fare l’8c a vista. È una frase che ho già sentito, ma stavolta è diverso. Non si tratta di uno scherzo, sta dicendo sul serio. 8c. A vista. Ci pensi? No, come non penso all’annoluce quale unità di tempo: troppo grande, troppo lontano.
Oggi no, preferisce il mare, mentre il giorno dopo vuole tornare a Candalla Alta. Chissà, venerdì la Prosecutio?
Giovedì: in parete i racconti si susseguono, la Cinzia parla di un’improvvisa mancanza di gravità quando costui si muove sulle nostre rocce, ma ancora non arriva. Eppure l’ho visto e mi ha confermato che verrà. Aspettiamo. Sono quasi le una quando dalle facce capisco che è arrivato. Parte su una combinazione tra una via dal nome tedesco, 7b+, con uscita su Vedo di Più, un 7c+ che profuma di 8. Ignora la nicchia per riposare e diversi spit e con un paio di rinvii prosegue. Guarda un attimo e va, riposando esattamente a metà del passo duro, ed è in cima, ma i rinvii sono ancora attaccati all’imbrago. Per quegli ultimi 15 metri bastavano i due fissi. Senza il riposo è sicuramente 8a, forse di più, dice. Non sembrava. Poi il momento che tutti attendevano, Un altro giro di giostra, il progetto mitico del Vigio. La prima parte è un po’ bagnata, ma come gli avevo predetto non è un problema. Poi, poco dopo la metà della seconda, vola. Lungo. Si tira su utilizzando la corda come staffa, da vero circense, ma a dieci metri abbondanti dalla sosta vola nuovamente, almeno per 15. Si cala. Mi dice che è una via bellissima e che vuole farla nuovamente. Il tempo di fare sicura alla moglie e riparte. Sembra che faccia dei boulder che si concludono sempre con dei top generosi, su cui distende il braccio e riposa (poco). Eppure io appigli grossi non li ho mai visti su quella via. La distanza dall’ultimo rinvio aumenta e allora fa un numero: lancio a una spallata laterale e accoppio volante a un rovescio. Un ninja. Piedi alti, lancio, un altro boulder e poi un nuovo lancio, stavolta con il tallone destro. Prima era caduto lì sotto, ora è a vista. Ha smesso di moschettonare cinque metri fa, e la falesia osserva l’ultima parte della via col fiato sospeso. Continua ad alzare i piedi, a lanciare e a salire. È in cima, applausi. Ho i brividi. Che spettacolo. Una delle vie più belle che abbia mai fatto, forse la più bella, mi dice. Penso al Vigio a Yosemite, sarebbe felice di sentirlo. 8c? No, leggermente più difficile di quella a destra (il Papa), ma sempre 8b. Ehm…
La sera seguente, a cena, davanti a una pizza e una birra (quattro, grandi, per la precisione, oltre alle due del parcheggio), dirà che ora che la Giostra è solo 8b la possiamo fare. Grazie.
Lì per lì, dopo averla fatta, ha detto anche: di solito non faccio due volte la stessa via, ma questa è troppo bella.
Non mi trattengo: ci credo che non le fai due volte…
Poi va a vedere il proseguimento di Schizzo, un progetto lasciato lì perché troppo duro. In pochi minuti, fermandosi a spazzolare e a studiare, si fa per dire, i movimenti, è in cima. Scende e mi dice che quella è una via davvero dura, con in cima un passo che si fa così e così. Che te lo dico a fare? Avrebbe detto Al Pacino nei panni di Donnie Brasco al pivello Johnny Depp. Invece insiste che bisogna alzare molto i piedi per fare quel movimento. Lo guardo. Non si rende conto che facciamo una cosa diversa sulla roccia?
Forse la spiegazione è da ricercare nella confessione della sera dopo, all’ultima birra. Dopo aver spiegato l’importanza nella (sua) scalata dei talloni e dei piedi alti, ci fissa con quegli occhi – tanto azzurri da sembrare lenti colorate - e rivela, con tutto il candore del mondo: I’M WEAK. Sono debole.
Già…

Foto: Klemen Decan su un 8c (>joekindkid.com)





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