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Monte Tambura le ragioni di un no! al traforo
Argomento: Etica Data: 19/1/2009


 Giusto la scorsa settimana siamo andati sulla Tambura come si dice dalle nostre parti non sapendo cosa stà succedendo fuori dalla Tambura, perché fuori dalla Tambura qualcuno ha avuto la sana idea di rovinare quel che stà dentro la Tambura, dentro le sue viscere, come se già le cave di Gorfigliano non abbiano fatto abbastanza danno alle famose Alpi Apuane, famose nel mondo, per il loro Marmo s'intende. Di seguito la lettera di Antonello Chiodo e Danilo Musetti ai politici che intendono avallare il sì al Traforo del Monte Tambura: "Un fatto grave sta turbando i sogni di quanti credono il paesaggio, un bene prezioso,..."


Un fatto grave sta turbando i sogni di quanti credono il paesaggio, un bene prezioso, per questo viene chiesta cortesemente l'adesione e la diffusione di questo appello.
Il Sindaco di Vagli ha presentato una proposta per la costruzione di un traforo del Monte Tambura in pieno parco delle Apuane, motivandolo con l'esigenza e la necessità di collegare la Garfagnana con la Versilia. L'assurdità di questa progetto
purtroppo sostenuto a Roma dal ministero delle infrastrutture (Matteoli) è evidente a tutti: il traforo del Tambura è un progetto privo di senso dipinto di "verde ecologico" che mira a sostenere quelle amministrazioni in scadenza di mandato evidentemente carenti fino a questo momento di proposte serie in termini di creazione di posti di
lavoro e di qualificazione del territorio. Quindi prendendo la scusa di collegare due aree che non ne sentono assolutamente il bisogno, mira solo all' estrazione del marmo in galleria, perchè un collegamento esiste già: la strada di Arni che serve appunto Castelnuovo, Castiglione, Pieve Fosciana e già questo inutile per la Media Valle che raggiunge più velocemente la Versilia attraverso Lucca e inutile inoltre per Piazza al Serchio e i paesi a nord della Garfagnana più facilitati attraverso il transito da Aulla. Nella valle da tempo il turismo è una risorsa che sta lentamente ma progressivamente sviluppandosi, l'industria del marmo e in piena crisi, i tentativi di
industrializzare il territorio di questi tempi stante la delocalizzazione delle produzioni all'estero sono evidentemente destinati al fallimento. Una nuova classe di imprenditori ha scelto di puntare sul turismo ambientale le proprie risorse economiche, una scelta non sempre sostenuta in maniera convinta dalle amministazioni locali, ma che risulta fino a questo momento pagante, confortata dai
risultati ottenuti e dalla crescita di clientela che sceglie l'ambiente per ora intatto della Garfagnana e della Media Valle per le proprie vacanze.

Sarebbe fin troppo facile far notare che parte dei redditi di impresa del settore ricadono sottoforma di investimenti sul territorio, alimentando una economia che puntando sulla qualità dell'offerta, offre opportunità nuove ai settori edili, alimentari,
alberghieri e dei servizi della valle stessa, al contrario di ciò che succede invece per il comparto industriale in valle stante la crisi che lo sta investendo su scala globale e per quello dell'estrazione del marmo, che toglie al territorio senza lasciargli nulla.

Il territorio è l'unico bene o risorsa non riproducibile o fabbricabile altrove,
spiace notare che le amministrazioni locali (parchi compresi) qualunque sia il loro colore politico non sono in questo momento assolutamente in grado di dare una risposta seria sia nel merito di questo scellerato progetto, sia in termini di incentivi verso il settore turistico !!!

Le Associazioni dei rifugi delle alpi apuane e degli Appennini e l'Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio che rappresentano circa 100 imprese turistiche tra agriturismi e rifugi, che operano sul territorio per un turismo consapevole, che credono nel territorio come una risorsa da preservare e salvaguardare, che hanno adottato modelli di comportamento responsabile (uno tra
tutti  abolizione di detersivi chimici ed adozione di prodotti biodegradabili) e che mirando alla qualità sono impegnate per un offerta turistica sostenibile sia in termini di proposte che di impegno del territorio stesso, non possono evidentemente sostenere tali scelte e nemmeno approvare il comportamento di chi tra gli amministratori dimostra di non avere un minimo di amor proprio per la propria terra.

Per tanto hanno chiesto un incontro all'Assessore alla montagna fissato per martedi 20 gennaio, per esporre le ragioni del loro dissenso e per rappresentare la voce di quanti si oppongono a questo come ad altri possibili ed inutili progetti già prospettati  (autostrada Lucca- Modena).

Le due Associazioni aderendo agli appelli di associazioni ambientaliste, CAI, Gas, sottoscrivendo il documento con cui verrà motivato il rifiuto, sono impegnate a chiedere il sostegno di intellettuali, associazioni (Legambiente Toscana, Guide alpine della Toscana ed Emilia, tOSCOCLIMB) enti, società civile e stampa che in disaccordo con queste queste logiche antiquate di sviluppo, rifiutano queste scelte.

Antonello Chiodo presidente Associazione Rifugi Alpi Apuane e
Appennini

Danilo Musetti presidente Associazione per il Turismo in
Garfagnana e Media Valle del Serchio

APUANE E PROGETTI DI TRAFORI: ALLARME PER L’ACQUA

Il sistema carsico Tambura-Carcaraia è il maggiore complesso di abissi con ramificazioni comunicanti delle intere Apuane, in particolare le grotte sotto la Tambura hanno uno sviluppo complessivo ipotizzabile molto superiore a quello del notissimo Antro del Corchia, con un buon 50%, ad oggi, ancora da esplorare; non a caso lo studio delle circolazioni freatiche ha dimostrato il già noto collegamento con le sorgenti del Frigido e con le sorgenti di Equi Terme.
E' recente l'ipotesi di costruire un tunnel stradale sotto la Tambura per collegare Vagli a Resceto e Massa. Il sindaco di un comune molto vicino alla Tambura ha annunciato sui giornali lo stanziamento governativo di 25 milioni di euro per fare un tunnel sotto la Tambura, che porterebbe allo sconvolgimento del sistema idrico ipogeo. Il Gran Sasso ed il Mugello sono esempi di aree dove rispettivamente i tunnel autostradale+CNR e TAV hanno portato all'estinzione di sorgenti, torrenti e... industrie d'imbottigliamento d'acqua minerale. Come afferma Eugenio Casanovi, presidente della sezione CAI Garfagnana, >
La voglia di traforo è contagiosa, anche a Barga uno sconosciuto consigliere comunale lo vuole sotto le Panie, montagne più centrali: dunque traforo e strada più utile alla comunità della Garfagnana rispetto al paventato, troppo eccentrico, traforo della Tambura. Chissà se anche il sindaco di Minucciano, che già ci dà la gioia della distruzione progressiva del passo della Focolaccia e della cresta del monte Cavallo con le famigerate cave di marmo, pretenderà uno sbocco al mare per il suo Comune. Cosa non si farebbe per qualche voto in più.


Approfondimenti sul sistema carsico Tambura-Caracaraia:
http://www.apuane2007.it/guida/carcaraia.pdf






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